People Have the Power – Patti Smith [#JukeboxTime]

Che la storia del rock ci abbia sempre dato prova che la musica prima di essere arte è pensiero di singoli uomini catapultati in un contesto socio-politico, culturale in pieno sviluppo è un dato di fatto, basti pensare alle innumerevoli sotto-categorie del genere (garage rock, rock blues, indie rock, punk rock per citarne alcuni), specchio non solo di un’evoluzione artistica ma della capacità di adottare visioni critiche diverse rispetto alla contemporaneità e al modo di pensare la realtà.

Rottura con la tradizione e la volontà di sperimentare: questo è stato da subito il messaggio chiaro e contro-tendenza del genere che ha dato i natali ad artisti come Elvis Presley “The King”, Rolling Stones, Beatles, The Doors, The Who.
Il rock può a tutti gli effetti definirsi un’avanguardia artistica che vede il suo nascere agli inizi degli anni ’50 del 1900 ed è un proseguo di diversi generi musicali quali il rock and roll, il rhythm and blues, il country; se da una parte c’è un’inevitabile ripresa del passato c’è anche la volontà di dare una voce nuova alla musica e numerosi sono gli artisti che ce ne hanno fatto apprezzare appieno le diverse sfumature.
Con questa nuova rubrica JUKEBOX TIME cercherò di accompagnarvi in un viaggio attraverso gli artisti, i brani (non necessariamente i più celebri) che hanno reso il genere rock, con tutte le sue sfumature e sotto-categorie, la più alta espressione musicale del XX secolo.
Certo iniziare con le band inglesi su citate o lo stesso  Elvis The Pelvis potrebbe sembrare scontato, ecco perchè inizierei con una delle più grandi cantautrici del panorama musicale. Sto parlando proprio di lei, la “sacerdotessa maudit del rock”, Patti Smith.
Una carriera che inizia negli anni ’70, capace di regalare brani indimenticabili, dove a farla da padrone erano le parole, posate, mai fuori luogo, amiche care della cantante statunitense che, non a caso, è stata definita poetessa e da sempre ha scritto testi entrati nell’immaginario collettivo come inni alla democrazia, alla libertà dell’individuo; tra le sue canzoni più celebri ricordiamo la versione di Gloria (scritta da Van Morrison), Because the Night (scritta a quattro mani con Bruce Springsteen) e ancora E-bow the Letter in collaborazione con i R.E.M in onore a River Phoenix, la cui morte ricordiamo è avvenuta nel 1993.

Ma forse più di tutte, la canzone capace di racchiudere al meglio l’essenza di una delle cantautrici più influenti, prolifiche nella scena rock mondiale è People Have The Power; l’inno di una generazione, di una nazione, di un mondo contro la violenza gratuita. Scritta con Fred Sonic Smith il brano è la più chiara esemplificazione di cosa significhi vivere; come dice la canzone “Il potere di sognare di dettare le regole
di lottare per cacciare dal mondo i folli” viene dall’unione delle genti, dalla solidale e necessaria cooperazione che l’uomo deve avere con il prossimo.
Leggendo un brano come questo ci accorgiamo come vi sia una contemporaneità di fondo inconsapevolmente descritta (la canzone risale al 1988 ed appartiene all’album Dream of Life) e che richiama i giorni nostri con un’attinenza disarmante, basti pensare ai recenti avvenimenti che hanno lasciato Parigi e il mondo intero col fiato sospeso. Proprio a seguito di tali attentati gli U2 con la band metal Eagles of Death Metal (che ricordiamo stava tenendo un concerto la notte della strage al Teatro Bataclan) sulle note di questo brano, nella stessa capitale francese, hanno voluto dare un messaggio alla gente, senza compatire, senza consolare ma facendo nascere la consapevolezza che, forse, insieme si può fare qualcosa di più.
L’invito alla genuina collaborazione non per convenienza, ma per un senso civico che dovrebbe essere fatto proprio, è stato ribadito anche in data 23 dicembre 2015 alle ore 9.10 dalla grande maggioranza delle emittenti televisive e radiofoniche italiane che, in contemporanea, hanno riproposto questo brano invitando tutti coloro in ascolto ad alzare il volume perchè come dice il testo “tutto quello che sogniamo
può arrivare e può farci arrivare alla nostra unione“.
Per quanto oggi più che mai si stia andando incontro ad un cambiamento di pubblico, ad un gusto estetico diverso è bene sottolineare che, per quanto stia perdendo mordente sulle nuove generazioni, la canzone d’autore lascerà sempre intravedere la profondità dell’animo e del pensiero umano e, forse, si dovrebbe imparare un po’ più dalla vecchia scuola e rivalutare il valore della musica come messaggio per le masse.

 

Victor Venturelli