“Jackie” e l’Oscar possibile per Natalie Portman

Nell’attesa di conoscere i nomi e i films che si aggiudicheranno l’Oscar 2017, arriva il 23 febbraio nei cinema italiani “Jackie”, film del regista cileno Pablo Larraín, scritto da Noah Oppenheim.

Il film è biografico in quanto racconta i quattro giorni successivi all’omicidio del presidente Kennedy, avvenuto a Dallas nel 1963, della First Lady Jacqueline Kennedy, interpretata magistralmente da Natalie Portman.

Il film è strutturato attorno a un’intervista apparsa su LIFE magazine, di Theodore H. White, tra flashback e un ritorno, da vedova, alla White House, fino alla sepoltura all’Arlington Cemetery del marito. Di certo, la nazionalità cilena del regista ha garantito una trasposizione cinematografica imparziale e oggettiva della figura di Jackie, lontana dal dovere rendere omaggio alla storia americana.

Il regista ha scelto di raccontare la First Lady Kennedy con intensi primi piani e lunghi piani sequenza, non servendosi di filmati storici ma ricreando sia il momento dell’assassinio, sia l’intervista alla Casa bianca, sia i funerali. Appare estremamente chiara la volontà di far scorgere la persona oltre il “personaggio Jackie”; come se la Jacqueline Kennedy che il mondo ha conosciuto e che ancora osanna e ricorda per la sua incomparabile bellezza e per classe e buongusto fosse solo cosa gli americani e il mondo intero si aspettava di vedere da una First Lady e non ciò che Jackie Bouvier – nome da celibe – era realmente.

L’attrice Natalie Portman si è calata nei panni di Jackie precisando che “Jacqueline Kennedy era una specie di manichino per molte persone. Io non volevo imitarla o somigliarle per forza, come fossi un’ombra di una sua foto d’epoca. Io cercavo l’illusione”. E la Portman è riuscita benissimo nel suo intento a tal punto da ricevere la candidatura all’Oscar 2017 come miglior attrice. Una candidatura decisamente meritata. La Jackie della Portman convince, rapisce ed emoziona. Il lavoro di immedesimazione è evidente e, visto in lingua originale, spicca l’innegabile bravura dell’attrice.

A ciò si aggiunga un plauso per la cura dei costumi a Madeline Fontaine, candidata anch’ella agli Oscar 2017 nella categoria Migliori costumi, e alla scelta della colonna sonora di Mica Levi, candidata nella categoria miglior colonna sonora degli Oscar 2017.

Gli ingredienti per un film bello e intenso ci sono tutti e non si esclude la possibilità che la Portman porti a casa un altro Oscar, dopo quello per il Cigno nero del 2011. Io ci spero!

Sandy Sciuto