Intervista a Nicola Regina: un backpacker “Made in Italy”

Nelle scorse settimane ci siamo occupati del backpacking, la tendenza a viaggiare zaino in spalla, liberi dalle solite dinamiche del viaggio organizzato. Vi abbiamo dato consigli pratici e mostrate alcune delle mete ideali per questo genere di esperienza. Oggi, invece, vogliamo proporvi l’intervista a chi l’ho fatto davvero, a chi ha deciso di lasciare tutto e tutti e di partire all’avventura, senza se e senza ma. Si tratta di Nicola Regina, un ragazzo calabrese di 28 anni che ha mollato tutto, un lavoro con un ottimo stipendio, una realtà dopotutto tranquilla ma anche monotona, ed ha iniziato a viaggiare trovando la felicità nel viaggio fine a se stesso.

“Da un lungo viaggio intorno al mondo scopro che il viaggio vero è stato dentro di me”: ecco come descrive la sua fantastica esperienza, fatta di spostamenti in autobus, in autostop oppure in compagnia della sua fedele bicicletta, facendosi ospitare dalla gente del luogo oppure dormendo sotto le stelle. Ma non vogliamo svelarvi troppo e lasciamo che sia Nicola a raccontarvi la sua fantastica e irripetibile avventura.

Cosa rappresenta per te viaggiare?

Oggi per me viaggiare significa vivere, prima non so, forse significava semplicemente viaggiare. Un viaggio intorno al mondo mi ha portato a viaggiare nel mio mondo, non ha più importanza lo spostamento, vivo viaggiando ormai. Viaggiare ti apre la mente e ti dà una visione della vita a 360°.

Perché hai deciso di intraprendere questo tipo di viaggio, che per molti può essere considerato estremo?

Proprio perché per molti può essere considerato estremo. Sono partito nell’estate del 2013 quasi per fuggire dalla società materialista e dall’illusione di benessere che sembra darci. Non è stato facile prendere questa decisione proprio perché non sapevo cosa significasse viaggiare, però volevo farlo, ne ho sentito la necessità. Cosi un forte cambio di personalità mi ha fatto rendere conto che dovevo stare bene con me stesso prima di tutto, ho abbattuto i vincoli per cominciare a vivere a modo mio e ho iniziato quello che considero un sogno.

Provieni da un piccolo centro del Sud Italia. Come sei riuscito a superare i pregiudizi legati alla tua scelta di vita, se ci sono stati?

Forse non potrò mai superare tutti i pregiudizi che incatenano la mia realtà. Non è facile capire un certo stile di vita e un certo modo di ragionare, non è semplice ma credo anche che non sia impossibile. In ogni caso per me i pregiudizi contano davvero poco.

Hai visitato tantissimi posti sparsi per il mondo, alcuni in compagnia della tua fedele bicicletta: qual’è il luogo che ti è rimasto nel cuore?

Il mio viaggio è stato un mix di esperienze differenti, tra cui il viaggio in bicicletta in Australia e USA. I 14000 km di pura pedalata nell’Australia soprattutto hanno portato il mio corpo e la mia mente agli estremi come mai era accaduto. Più che una lunga pedalata piena di folli avventure e di grandi amicizie, è stata una meditazione, un viaggio nella mia anima. Mi ha dato davvero tanto l’Australia.

I tuoi viaggi non sono solamente una scoperta di posti nuovi ma ami vivere anche le realtà che visiti. Qual è la cultura che ti ha colpito maggiormente?

Per il modo in cui l’ho vissuta e per lo stretto contatto con la sua società, la Cambogia è stato il paese che mi ha dato qualcosa in più degli altri. Mi ha dato importanti lezioni di vita, la sua gente mi ha fatto sentire a casa più che mai e i suoi bimbi mi hanno fatto brillare gli occhi. La Cambogia fa parte di quei paesi che non hanno niente ma hanno tutto. Mi ha colpito davvero tanto.

Secondo te, cosa si perde chi non ha il coraggio di affrontare una tale esperienza?

Potrei dire che si perde il meglio della vita, ma in realtà non la penso così. Credo che ognuno debba condurre la vita che vuole, facendo tutto quello che regala attimi di felicità alla propria anima. Io amo questo tipo di felicità, perciò ho scelto di condurre questa vita.

Come scegli le tue mete e quali caratteristiche devono possedere?

Ho viaggiato senza un programma, senza decidere in largo anticipo la prossima destinazione. Mi sono lasciato trascinare dal destino, dalle coincidenze e dalle persone incontrate lungo il cammino che, anche in un solo minuto, hanno contribuito a scrivere il mio percorso di vita.

Cosa consiglieresti a chi decide di affrontare questo genere di esperienza?

Semplicemente di viverla a modo suo, essendo se stesso in ogni momento. Anche se spesso non è facile, è molto importante avere la volontà di vivere davvero un viaggio così profondo. Un esperienza del genere “O ti fa o ti sfà”, in ogni caso ti cambia la vita.

Ci racconteresti qualche aneddoto divertente e stravagante dei tuoi viaggi?

Una delle esperienze più divertenti l’ho vissuta in Perù. Ero da poco arrivato in un paese di cui conoscevo solo Machu Picchu tramite foto, e cominciai a viaggiare senza meta dalla costa peruviana dell’Oceano Pacifico, passando per le Ande alla volta dell’Amazzonia per navigarla con le cargo, alternando autostop e bus locali. Nella traversata montana un sonno profondo mi fece sbagliare itinerario e al risveglio mi ritrovai in una città di nome Cajamarca. Ancora assonnato, tentavo di cercare soluzioni per ripartire rapidamente ma una certa allegria nell’aria iniziò a svegliarmi. In quei giorni, infatti, si celebrava una delle feste di carnevale più importante dell’intero paese. Mi sono fermato una settimana a ballare e a fare guerre di popolo con gavettoni d’acqua e secchi di vernice coloratissima: tanta allegria, ma più che altro tanta leggera follia. Sono praticamente finito per caso nel posto giusto al momento giusto, non ho visto un turista in una settimana ed è stato molto divertente.

Quale sarà il tuo prossimo viaggio?

Ho da poco fondato un’associazione che diventerà una Onlus per aiutare bambini disagiati. Sto già lavorando perciò ora è questo il mio viaggio, lo sto amando e vivendo intensamente, è il mio sogno. Tuttavia, vorrei fare prossimamente un viaggio on the road in Italia con un progetto legato alla realtà no profit che sto cercando di costruire, ma vorrei andare anche in India e in Africa oppure tornare in Sud America. Per fortuna non possiamo sapere cosa succederà domani, per cui non faccio troppi progetti per il futuro, anche perché sono completamente preso dalla realizzazione del mio sogno. Per chi volesse conoscermi meglio attraverso il racconto dei miei viaggi e avere qualche notizia in più circa il mio progetto, ho una pagina Facebook, Viva la vida, su cui è possibile trovare ogni informazione.