Intervista a Maria Acha-Kutscher, l’illustratrice delle proteste femminili

Nel mondo occidentale le lotte per i diritti civili e sociali, appaiono come informi lezioni di storia, ricordi del passato che vengono commemorati nelle giornate della memoria. Nonostante ciò, in Europa, movimenti pacifici, ma anche sovversivi, brulicano di attivisti e un gran numero di essi, sono donne. Ecco perché la scelta di intervistare Maria Acha-Kutscher, mi risulta essenziale.

Da sempre le donne hanno combattuto per la rivendicazione dei propri diritti civili, le battaglie femministe sono entrate nella cultura occidentale ed hanno cambiato radicalmente il modo di pensare e vivere il mondo.
Non sorprende che ancora oggi, siano numerose le donne che combattono i poteri forti, affinché siano reintegrati nella società civile, tutti coloro che sono esclusi dai più elementari diritti umani.
Se in Occidente le lotte per i diritti civili appaiono sbiadite, in molti altri luoghi del mondo risuonano come potenti cannoni. Manifestare, irrompere e scandalizzare, diventa necessario per irrompere nelle realtà quotidiana di ogni uomo per denunciare i soprusi che donne e uomini patiscono nel mondo.

Maria Acha Kutscher è un’artista peruviana, che al momento opera tra Madrid e Londra. Maria esprime la sua arte con illustrazioni che ritraggono numerosissime donne che hanno manifestato nel mondo per i diritti civili.
L’artista riproduce le sue illustrazione dagli scatti fotografici che hanno immortalato i momenti salienti delle proteste. Uno dei progetti più recenti è Indignadas, che rievoca le azioni delle donne che hanno protestato nel mondo, e dei movimenti femministi come Femen, le Pussy Riot, SlutWalk e Alfombra Roja.

Il progetto tenta di salvare la memoria di queste donne, per mostrare alle generazioni future i cambiamenti sociali della nostra epoca, fatti da donne e uomini insieme. Maria ritrae i corpi delle donne che si sono denudate, corpi che sono diventati messaggi politici, per sensibilizzare con impatto la società e la coscienza della morale pubblica.

Maria Acha-Kutscher ha rilasciato a Social Up una breve intervista sull’importanza dell’arte nella lotta per i diritti e sui suoi progetti futuri.

Maria Acha-Kutscher

Secondo te, l’arte può aiutare le donne a comprendere l’importanza delle lotte per i diritti? Tu con i tuoi lavori e il tuo modo di fare arte ti consideri un’attivista?

Credo che l’arte sia un potente strumento politico. Io non mi considero un’attivista, io sono solo un’artista, che registra la memoria delle donne. La mia produzione, Indignadas, mostra la partecipazione delle donne in proteste pubbliche ed è ispirato dalla costruzione di un nuovo immaginario femminista, creato dalle attiviste stesse. Io trasferisco nelle immagini questo immaginario per creare un mondo simbolico che si rivolge ai nostri sensi, al nostro sub inconscio. Io penso, che noi artisti siamo i testimoni del nostro tempo e che chiunque possa contribuire alla costruzione di un mondo migliore per le donne, per l’umanità, con il mezzo che sa usare, nel mio caso il mezzi è l’arte.

Sulle lotto per i diritti delle donne, penso siano stati fatti molti progressi e oggi il modo di combattere sembra meno difficile, ma dipende da che parte del mondo si combatte e in quale contesto noi stiamo combattendo. La lotta non è uguale in ogni luogo. La storia delle donne è fatta di progressi e di arresti. Noi non possiamo smettere di combattere. Nel 2016 sono stata coinvolta nella campagna DefenderHer, presentata dalla Global Fund of Women Jass and Madre. Mi hanno commissionato 14 illustrazioni che ritraggono donne che hanno manifestato nei paesi più vulnerabili del mondo. L’obiettivo del progetto era di mostrare il mondo attuale e l’importante lavoro dei difensori dei diritti umani delle donne e finanziare e dare voce al loro attivismo. Queste donne e le loro comunità rischiano le loro vite, ma continuano a combattere.

Sei già stata in Italia? Avremo la fortuna di avere una esposizione di Maria Acha-Kutscher in Italia?

Sono stata a Venezia, qualche anno fa e ho visitato la Biennale. Amerei molto ritornare per visitare nuovi posti e mostrare i miei lavori. 

Quale tra tutti i tuoi lavori è quello che preferisci?

Ne ho molte, ma la mia preferita è quella in cui Tess Asplund, una 42enne afro-svedese, attivista di Stoccolma, si è fermata di fronte a 300 Neonazisti che marciavano, mostrando il suo pugno chiuso in aria.

Maria, puoi dirci qualcosa sui tuoi progetti futuri?
Al momento sto continuando la produzione di nuove illustrazioni per la serie Indignadas. In seguito produrrò una raccolta artistica con 100 illustrazioni, progetto Maria. Inoltre, lavorerò a una nuova serie di foto collage, il progetto WomanKind per un’esibizione al Forum Gallery di Lima nel giugno 2017. A Febbraio del 2017 parteciperò a tre esposizioni, a Lima, Londra e Berlino.