Intervista a Federico Debetto, il fotografo certificato Google

Molti affermano che la vera essenza di una fotografia risieda nell’occhio vigile ed attento di colui che si presta, immobile, a cogliere l’attimo attraverso l’obiettivo. A tal proposito, oggi abbiamo deciso di raccontarvi la storia di chi ha fatto di tutto ciò il proprio pane quotidiano. Stiamo parlando di Federico Debetto, un professionista che ha trovato la sua strada dapprima come fotografo e videomaker classico, per poi specializzarsi in contenuti a 360 gradi ed entrare a far parte della grande famiglia di Google.

Ciao Federico grazie per averci concesso questa intervista. Sei innanzitutto un fotografo e videomaker: puoi dirci come si è affermata in te questa passione?

Il tutto è iniziato tempi addietro, ricordo che già alle elementari custodivo gelosamente una vecchia compatta con quei rullini montati nelle cartucce di plastica e quando prendevo dei buoni voti a scuola, mia mamma mi premiava comprandomi un rullino o sviluppandomene uno. Ho poi continuato a fotografare passando alla prima reflex 35 mm fino ad arrivare alle più recenti macchine digitali, con le quali raggranellavo qualche soldo facendo il fotografo in discoteca. Parallelamente ho portato avanti la passione per i video, utilizzando prima la telecamera di mia sorella ed investendo successivamente nell’acquisto di una tutta mia. Da lì la cosa è cresciuta e pian piano quella che è nata come passione è diventata una professione.

E’ risaputo che sia la fotografia che i video giocano un ruolo importante nella comunicazione, qual è il tuo pensiero a riguardo?

Io credo che un’immagine racconti più di mille parole e penso anche che ciò sia abbastanza condiviso. Purtroppo, spesso e volentieri, questo aspetto viene ignorato tanto da essere portato all’estremo con testimonianze dirette da parte di numerose campagne pubblicitarie, per lo più online, le quali fanno passare immagini scarse o poco pertinenti, o video creati alla buona con il cellulare. Il consiglio che mi sento di dare a queste persone è quello di investite per una volta in un’immagine od un video curati, creati da un professionista e confrontare poi i risultati con quelli delle stesse azioni comunicative realizzate artigianalmente, e poi valutare…

Cosa ti ha spinto in seguito ad occuparti e specializzarti in contenuti a 360 gradi?

Sono sempre stato affascinato dai contenuti 360 principalmente perché, a differenza dei contenuti tradizionali, non viene definito il punto di vista che invece sceglie liberamente e dinamicamente l’utente in base ai propri gusti. Nel 2001 conobbi il sistema IPIX che permetteva di realizzare immagini 360 con la tecnologia del tempo e me ne innamorai, feci i miracoli (avevo 24 anni) per acquistarne uno ed ovviamente ne vendetti pochissime di foto del genere, dato che i tempi erano veramente acerbi e ancora pochi avevano il pc ed investivano in quella direzione, ma ho sicuramente fatto molta esperienza che mi è servita più avanti.

L’incontro con il colosso di Mountain View ti ha visto impegnato nel progetto “Google Business View”, di cosa si tratta?

Il progetto Google Business View o Street View Trusted, come si chiama adesso, è un progetto creato da Google nel 2012 al fine di formare dei fotografi professionisti ed abilitarli alla realizzazione di tour virtuali di attività commerciali e successivamente al loro caricamento nell’ecosistema di Google (Google Search, Google Maps etc..). In pratica, per farvi un esempio, quando girate su Maps o su Google ed incontrate un’attività nella quale potete entrare e fare un giro a 360° degli interni, quella è sicuramente opera mia o di un mio collega.

A proposito invece delle Isole Faroe è divenuto celebre il tentativo di mappatura del territorio attraverso l’ausilio di alcuni animali, tra cui delle pecore. Pensi che a volte le grandi tecnologie debbano scendere a compromessi con i metodi tradizionali?

Credo che la tecnologia deve essere usata per migliorare la vita dell’uomo e non per impossessarsene, quindi qualsiasi implementazione secondo il mio parere è giusta, a partire dalla provocazione delle Isole Faroe che hanno utilizzato le pecore per il progetto “Google Sheep View“, al quale tra l’altro ho avuto l’onore di partecipare. In questo caso a dire il vero era più una provocazione per spronare Google a portare lo Street View anche su queste piccole isole, ma l’idea è stata comunque brillante ed è un ottimo esempio di adattamento della tecnologia ai mezzi che si hanno a disposizione sul luogo e sul momento.

L’utilizzo di immagini panoramiche si sta sempre più diffondendo nel quotidiano. Quali sono i vantaggi di questo prodotto e cos’è quel di più che lo contraddistingue rispetto all’analogico o al digitale?

L’immagine panoramica inclusi del resto anche i video, come dicevo prima, danno principalmente la libertà all’osservatore di spostarsi tra più punti di vista: vedere i diversi locali di un appartamento, fare un percorso tra i vari ambienti di un resort, muoversi tra le attrazioni e i monumenti di una località turistica, vedere le diverse buche di un campo da golf, ecc. Tutto ciò ha dei vantaggiosi obiettivi in quanto l’utente viene spesso invogliato a scegliere una determinata struttura o luogo, rispetto magari ad altri mostrati in modo meno dettagliato o curato.

Qualche anno fa hai contribuito alla realizzazione del progetto “Marciana Marina 360” per il comune toscano della zona in cui vivi. In futuro pensi di poter collaborare ad altri lavori ai fini della valorizzazione del territorio italiano?

Qualche anno fa ho ideato e creato “Marciana Marina 360” ed è stato il primo progetto di promozione turistica di un’intera area basato su virtual tour Street View. Dopo questo hanno seguito Ponza, Grado che sto attualmente sviluppando, Ponte di Legno e Passo del Tonale poi alcuni all’estero, fra cui le Faroe di cui abbiamo parlato prima e l’ultimo in termini temporali che è Comiso. Spero che questi siano solo una base di partenza per la realizzazione di tanti altri progetti simili, ultimamente ho apportato un miglioramento significativo che verrà adottato in un lavoro prossimo, che però è ancora in fase di trattativa, quindi per adesso ssshhhh! In ogni caso per me è sempre un piacere scovare nuovi luoghi della nostra splendida Italia da promuovere con questa tecnologia, quindi amministrazioni locali o regionali fatevi avanti!

Per chi fosse interessato ad intraprendere questo percorso a livello lavorativo come dovrebbe muoversi? Hai dei consigli per loro?

Un consiglio, che poi è valido in tutti gli ambiti, è farsi sempre la domanda “cosa posso portare di nuovo in questo ambito?” Credo che questa sia la base di partenza per intraprendere qualsiasi lavoro, valutare se davvero è opportuno proporre qualcosa di diverso oppure optare e riversarsi su quello che fa il vicino. Per il resto, un altro consiglio che mi sento di dare è: preparatevi a viaggiare!

Per maggiori informazioni sui suoi progetti visitate la pagina Street View Trusted.

Erminia Lorito