Intervista a Valter Gazzano, National Make-up artist di Yves Saint Laurent Beauté

Nell’immaginario collettivo, la locuzione belle arti viene spesso associata alle arti figurative, in particolar modo alla pittura, alla scultura e all’architettura. Arti che prevedono una sapienza specifica nel padroneggiare linee, volumi e colori. Perché dunque non considerare alla stessa stregua il make-up? Per poter avvalorare questa tesi, possiamo servirci dell’esperienza di un artista, di un make-up artist tra i più noti e competenti del settore: Valter Gazzano.

National Make-up artist di Yves Saint Laurent Beauté dagli anni ‘80, le sue doti e il suo talento lo hanno portato ad eccellere ai massimi livelli nell’ambito del beauty. Ha messo a disposizione le sue capacità ed i suoi pennelli per truccare nei backstage di importanti sfilate di alta moda, per servizi fotografici, campagne pubblicitarie, cinema e televisione. Un’innata dose di talento corroborata da un’esperienza acquisita negli anni lo hanno reso uno dei massimi punti di riferimento nel mondo del make-up.

Una passione, quella per il trucco, che non si è mai spenta e che traspare dalle sue parole e dai suoi meravigliosi lavori. L’entusiasmo di un artista, ma anche la paura che non sia mai abbastanza. E questo è il timore proprio di chi tiene molto a quello che fa. Una sapienza tecnica a 360 gradi. Valter Gazzano non solo è un mirabile professionista nel suo settore, ma è anche dotato di un’ottima dialettica, della pazienza e delle capacità espositive per poter ben spiegare il suo lavoro agli addetti, alla stampa, ma anche a chi è sempre in cerca di consigli.

Una commistione di talenti, messi a frutto con dedizione e studio, che gli hanno restituito l’ammirazione dapprima dei suoi insegnanti, poi della pletora degli amanti del make-up, professionisti e non. Una carriera costellata di successi, segnata dalle collaborazioni con il mondo della moda, del cinema e della tv, ma destinata ad arricchirsi ancora in futuro.

Oggi Valter è un’autentica autorità. Ciononostante ha conservato negli anni l’umiltà e la voglia di migliorarsi che sono solo dei più grandi.

Grazie molte a Valter Gazzano, è stato un autentico onore poterLa intervistare.

Come ha mosso i primi passi in questo settore? Perché ha scelto proprio il mondo del beauty?

È stato casuale perché ero abbastanza, come dire, coinvolto nei make-up che realizzava mia sorella. Parliamo degli anni ‘60. Mia sorella si truccava molto bene ed ero attratto da quello che lei faceva sul viso. Un input mi è stato dato quando mia sorella casualmente entrò in profumeria – parliamo del ‘68-‘69 – e un make-up artist la truccò. Questo make-up artist si chiamava Stefano Anselmo, che comunque tuttora è uno dei più grandi make-up artist italiani. La rese molto bella, anzi: direi speciale rispetto a quello che era lei abitualmente. Rimasi colpito da questo ed iniziai a truccare le amiche di mia sorella. Finito il liceo artistico, mi iscrissi all’Accademia di belle arti e scenografia e allo stesso tempo iniziai un corso di trucco. A metà corso, però, decisi di non frequentarlo più perché era troppo pesante. Le lezioni, di 4 ore ciascuna, si tenevano tre sere a settimana, e di giorno dovevo studiare. Andai dal mio insegnante – che era un make-up artist molto bravo della RAI di Torino – e gli riferii le mie intenzioni di lasciare il corso. Lui mi rispose che avevano deciso di prendermi come assistente. Questa proposta cambiò di molto le cose. Decisi di fare qualche sacrificio in più, scuola di giorno e sera make-up, finii il corso, mi prese come assistente ed iniziai a lavorare con lui, dal ‘73 circa fino all’80. In questo periodo feci molte esperienze, di tutti i generi: sfilate di alta moda – esistevano ancora le sartorie all’epoca che si occupavano di alta moda – poi cinema, molte pubblicità, servizi fotografici. All’epoca quasi tutte le pubblicità erano interpretate da artisti molto in voga: lavorai con Corrado, il presentatore, le gemelle Kessler. Ho iniziato a lavorare con loro e a capire anche come comportarsi con gli attori: non è così semplice come può sembrare. Oggi è ancora più difficile rispetto ad anni fa.

Nell’80 iniziai con Saint Laurent, e sono rimasto con Saint Laurent fino ad oggi. Il mio ruolo con Saint Laurent è quello di National make-up artist. Vuol dire che mi occupo di tutto quello che è insegnare agli altri lo stile Saint Laurent perché io frequento le riunioni internazionali dei make-up artist, della formazione. Quando torno devo comunicare a chi lavora in Italia i nuovi trend o se c’è un nuovo stile di applicazione. Lavoro anche in collaborazione con l’ufficio PR, per tutto ciò che riguarda la stampa, interviste sul make-up ed eventi. Collaboro anche con il trade marketing: aiuto a scegliere i nuovi prodotti e fornisco i miei consigli. Curo anche l’esperienza di vendita, come comportarsi sia con la stampa sia con le clienti, ma anche gli eventi speciali. Ho fatto un po’ di tutto. Nel momento in cui faccio i corsi, passo dal fare il relatore al mettere a posto le cose sul tavolo al termine. Non mi vergogno a dirlo, è una cosa che faccio con tranquillità. Più cose si sanno fare e meglio è. Poi ovviamente ho maturato esperienze anche in televisione, dalle trasmissioni più specifiche per il trucco, come Che trucco!, a Più sani più belli, una trasmissione a cura della Lambertucci, oltre ad alcune partecipazioni flash in altre trasmissioni, ma sempre per il make-up.

Per quanto molti lo sottovalutino, alla fine, il make-up è una forma d’arte, riesce a cambiare l’aspetto di un volto. Perché secondo Lei le persone non riconoscono come tale? In fondo, si lavora con proporzioni, volumi…

Io credo che sia una questione di educazione, di imprinting dato dai genitori o dalla situazione in cui si vive e anche dalla storia che si ha.

Facciamo un esempio: ci sono delle persone che considerano il make-up come qualcosa di artefatto, di appoggiato al di sopra del viso che serve per mascherarsi e non per mettere in risalto, valorizzarsi. Queste persone trovano che sia sconveniente truccarsi perché vorrebbe dire presentarsi agli altri come non si è, e queste persone non mettono nemmeno il mascara, il fondotinta o un minimo di prodotto sulle labbra. Poi ci sono quelle donne che amano essere curate al 100% e utilizzano il make-up come uno strumento per essere curate, ma non artefatte. Prediligono un fondo leggero, un po’ di mascara, un look nudo, ma curato allo stesso tempo. Ancora, ci sono quelle donne che desiderano reinventarsi, perché magari non si piacciono così, ma magari si piacciono truccate in un certo modo. Da ultimo ci sono quelle donne che per esigenze devono per forza truccarsi, mascherare delle imperfezioni – per esempio un brufolo o le occhiaie – o cambiare la forma del viso, oltre che con i capelli anche con il make-up. Per cui ci sono diverse situazioni e diverse tipologie di donna. Chiaramente ci vuole sempre la giusta misura. Io rispetto sia quelle che non vogliono truccarsi, perché lo ritengono sconveniente, sia quelle che si truccano tantissimo. Diciamo che la donna è libera di scegliere il make-up.

Apriamo una parentesi però: il make-up è nato non per cambiare i lineamenti, ma per valorizzare o esprimere qualcosa agli altri. Se parliamo della preistoria, già si truccavano, ancora adesso le tribù si truccano o per spaventare l’avversario, per conquistare o per essere come gli animali. Per cui il trucco è nato da quando è nato l’uomo. Il trucco è adesso un’arma di seduzione e trovo che sia un’arma vincente per qualsiasi donna. Anche chi non ama il trucco, qualcosa potrebbe farlo.

Il lavoro del truccatore spazia in vari ambiti come il cinema, la tv ed i photoshooting. Qual è l’ambito in cui Le piace lavorare di più?

Io ho lavorato un po’ in tutti i settori perché ho fatto alcuni film per il cinema, le pubblicità – sia quelle che vanno in tv, sia quelle stampate – ho lavorato sui punti vendita, anche con le clienti normali. Direi che ho fatto un po’ di tutto. Anche il make-up sposa. Devo dire che, sempre, sono ansioso di non ottenere un buon risultato, per cui sono sempre ansioso in tutto. Poi gli altri dicono: “Ah, guarda come è bravo!”, ma io dico che forse esagerano un pochettino. Diciamo che mi piace molto la spiegazione durante il corso make-up perché ho la modella e dal vivo posso far vedere quello che faccio. Mi esprimo decisamente bene, non tutti i giorni nella stessa maniera. Ecco, mi stressa di più la ripresa televisiva perché nella ripresa ci sono delle tecniche da utilizzare. Chiaramente con l’alta definizione è ancora peggio perché si vede tutto, per cui non si può sgarrare e deve essere tutto perfetto. Per questi motivi preferisco o il fotografico, o dal vivo o anche il rapporto con la cliente. Le sfilate mi piacciono molto.

Quanto contano per una buona riuscita i volumi e l’utilizzo della luce?

Il volume è molto importante! Pensiamo ad un pittore che lavora su una tela. La tela è piatta, bidimensionale, per cui il pittore crea il volume con i colori e con le sfumature. Lo scultore lavora sui volumi e crea il volume, sia esso un bassorilievo, un altorilievo, una statua. Il make-up artist nel viso trova già il volume ed il colore. Cosa vuol dire? Non è un gioco più facile, ma ha la possibilità di esprimersi, nel caso di un trucco di fantasia o particolare, perché ha tutte e due le situazioni: sia il volume sia il colore, come se fosse una tela. Nel caso in cui dobbiamo rivedere questi volumi, con il make-up possiamo aiutarci. Usiamo dunque colore e volume, in più la luce. La luce è molto importante nel make-up perché la luce ci crea anche il volume chiaramente, ma soprattutto la luce dà bellezza. La luce crea il colore, il colore crea la luce. E noi, usando il colore, dobbiamo dare la luce al viso.     

Il contouring è ancora di moda?

Il contouring ormai è un must-have. Rimane uno delle basi del make-up. Adesso si chiama contouring, ma è sempre esistito: è la regola del chiaroscuro. Si usano il chiaro e lo scuro per creare il volume. Il contouring è in teoria molto più semplice da realizzare con pochi prodotti, tipo un illuminatore ed una terra. Facciamo un esempio: se parliamo di Saint Laurent, Touche Èclat e la Terra Les Sahariennes Bronzing Stone. Se vogliamo creare un effetto contouring come vediamo nei filmati o in alcune immagini, dobbiamo lavorare con tre fondotinta (uno chiaro, uno scuro, uno di base), ciprie chiare e scure per dare quest’effetto di gioco tra luci ed ombre.

Comunque è sempre di tendenza, è sempre una base del make-up. Diciamo che la nuova tendenza, oltre al contouring, è anche lo strobing: si lavora solo sulla luce, per cui si illuminano le zone già luminose per esaltarle. Una nuova tecnica è quella del blush contouring che consiste nell’usare un contouring leggerissimo ed abbinarci sopra il fard colorato, fino ad arrivare ad un effetto anni ’80 lavorando il fard sia sulle tempie sia sullo zigomo.


In qualità di National make-up artist di Yves Saint Laurent, quali sono i must-have di questo brand?

In questo momento tra i prodotti irrinunciabili naturalmente c’è il Touche Èclat che oltretutto compie 25 anni proprio quest’anno. Non è un correttore, ma è un vero e proprio illuminatore ed è stato il primo prodotto di questo asse.

Poi Vernis à Lèvres, che è uno smalto per le labbra inventato proprio dai laboratori Saint Laurent circa 4 anni fa. È eccezionale! Sono passati 4 anni dall’uscita ed è diventato un must per noi.

Sicuramente anche il Mascara Volume Effet Faux Cils, nelle sue varie declinazioni come Baby Doll o The Shock. Questi tre prodotti sono quelli che vanno per la maggiore nel mondo. Invece, per le amanti del rossetto, Rouge Pur Couture sia nella versione mat che nella versione satinata, ed il nuovo Volupté Tint-in-Balm che è appena uscito ed è già in rottura di stock. Si tratta di un balsamo per le labbra che, nello stesso tempo, le colora.

Arriverà sul mercato un nuovo fondotinta Touche Èclat le Teint, sempre illuminante come Touche Èclat, ma nella versione cushion, perfetta da portare in borsa, è stupendo!

Come si fa a scegliere il fondotinta?

Il fondotinta si sceglie in base alle proprie esigenze ed al proprio tipo di pelle. Prima quindi si deve pensare a quello che si vuole dal fondotinta, se lo si vuole coprente, leggero, opaco, a lunga tenuta… Una volta deciso ciò che si vuole, si deve pensare anche al proprio tipo di pelle. Se si ha una pelle secca, una pelle che si lucida etc…. Facciamo un esempio. Yves Saint Laurent Touche Èclat le Teint si adatta un po’ a tutte le esigenze delle clienti perché è modulabile non solo come copertura, ma è adattabile un po’ a tutti i tipi di pelle. Encre de Peau che è l’altro nostro fondotinta, un best seller, è più adatto ad una pelle da normale-mista-grassa oppure normale-mista-secca, non prende le due fasce all’opposto. Una volta comprese le esigenze ed il tipo di pelle, allora si sceglie il colorePrima si sceglie il tipo di fondotinta, poi il colore, per evitare di avere il colore perfetto, ma una tipologia di fondotinta del tutto inadatta alla pelle. Quasi sempre si classificano i fondotinta in beige, beige rosé e beige dorè: i beige sono neutri, per cui adatti alle carnagioni che non hanno predominanza né gialla, né marrone, né troppo rosa, quelli rosé vanno bene sulle carnagioni medie, ma anche con tendenza olivastra quindi quel tocco di rosa dà più luminosità alla pelle più gialla. Quelli dorè sono adatti per chi si vuole inventare un po’ l’abbronzatura, avere un fondo più caldo o per la carnagione dorata o abbronzata.

Qual è la routine trucco dalle basi?

Naturalmente il trattamento della pelle è importantissimo. È dunque fondamentale pulire bene la pelle di sera. Non solo truccarsi, ma anche struccarsi molto bene. Bisogna preparare la pelle con il trattamento prima di iniziare il make-up e, nel caso in cui vogliamo usare un primer, applicarlo dopo il trattamento. L’ideale è aspettare sempre 4-5 minuti, se abbiamo tempo, tra la crema ed il primer. Il trattamento deve essere ad hoc per il proprio tipo di pelle: scegliere anche i prodotti giusti vuol dire non compromettere la tenuta del trucco. Sbagliare i prodotti di trattamento significa compromettere la riuscita del make-up con il rischio che la pelle diventi lucida o che i prodotti si miscelino tra loro.

In linea di principio, di base si applicano il primer, se si vuole mettere, il fondotinta, l’illuminatore. Poi, si lavorano bene le sopracciglia, si truccano gli occhi, si mettono il mascara, il blush ed il rossetto. Questo in linea di massima. Tante volte mi capita di fare il contrario. Applico il mascara per primo così, se sporco, pulisco subito ed ho già un’idea di come è l’occhio. Dopodiché trucco gli occhi, metto il fard e trucco le labbra. Si può anche scegliere di truccare prima gli occhi e poi mettere il fondotinta e l’illuminatore, soprattutto nel caso in cui si vuole un trucco smokey eyes in cui spesso la polvere dell’ombretto tende a sporcare.

Il trucco in pochi semplici gesti può modificare radicalmente i tratti del viso. È importante l’empatia con chi si sta truccando? Non si rischia altrimenti di cambiare troppo (o troppo poco) la fisionomia del volto?

L’empatia è importantissima perché con l’empatia giusta o facendo anche le domande giuste, se parliamo di una donna normale che lavora o che comunque desidera essere a posto tutto il giorno, si può creare un make-up ad hoc. La cosa più sbagliata è quella di non chiedere nulla e di realizzare un make-up come piace al truccatore. La cliente, guardandosi, potrebbe piacersi, ma anche non piacersi affatto. Secondo il mio punto di vista, è importante il colpo d’occhio. Talvolta, il truccatore crea un make-up perfetto: ciglia divise, eyeliner perfetto, tutto perfetto! Ma poi la donna si guarda e si trova talmente perfetta, quasi finta, da non sentirsi a proprio agio. In questo caso, penso che si tratti di un bel lavoro tecnico, ma non di un bel lavoro d’insieme, perché non risponde alle esigenze. Anche se il trucco non è perfetto, a volte è meglio, perché ci si vede più se stesse e meno artefatte. Ovviamente non in tutti i casi perché alcune si vogliono vedere super perfette sempre. Però il colpo d’occhio è importante: trovare i colori giusti, la posizione del chiaroscuro giusta, l’intensità giusta.

Come sceglie i colori?

La filosofia Saint Laurent è che ogni donna può scegliere il make-up che vuole. Chiaramente può creare più o meno contrasti, usare tutti i colori che vuole. Non ci sono colori che stanno male, ma ci sono tonalità di quel colore che stanno male. Talvolta capita di non indossare mai un colore perché si crede che possa star male. In realtà, all’interno di quel colore, esisteranno sempre 2-3-4 tonalità che staranno bene. Trovare la tonalità giusta è molto importante. Alcune volte non ci piacciono determinati colori perché quei colori ci ricordano qualcosa che non ci piace, li associamo inconsapevolmente ad una persona, ad un’esperienza negativa. I colori vengono interpretati da ognuno in maniera diversa per lo storico che ciascuno ha. E questo vale allo stesso modo anche per il profumo. Saint Laurent è stato il primo ad usare in passerella le modelle di colore, le modelle rosse, le modelle biondo platino. Ha dato ad ogni donna una sua caratteristica. In sfilata, soprattutto negli anni ’80, c’erano un po’ tutte le tipologie di donne: la mora, la rossa, la bionda, l’asiatica, l’orientale, la mulatta e non si pensava mai “questo colore ti sta male”. Si ricercava la tonalità del colore che sarebbe stata bene.

Quali sono le nuove tendenze per la prossima estate?

Se per la primavera tutto ciò che è rosa o corallo sulle labbra è perfetto, per l’estate noi proponiamo un giallo oro abbastanza deciso abbinato al viola, che è un tipico contrasto Saint Laurent, spesso utilizzato anche nell’abbigliamento. Non è solo un contrasto deciso, un accostamento molto particolare, ma è anche l’uso di un colore caldo ed un colore freddo insieme. A questo abbiniamo un rossetto abbastanza vivace sull’arancio o sul corallo. Il fondo sarà chiaramente abbastanza dorato e, come ombreggiatura, ci serviamo delle terre per dare un aspetto più solare. Per cui l’effetto sarà oro su tutta la palpebra mobile e l’arcata sopraccigliare, il viola come contorno dell’occhio, molto mascara, un tocco di ombreggiatura terracotta sul viso e le labbra in evidenza con uno dei colori sopradetti.

Per l’inverno non posso anticipare nulla. Comunque il colpo d’occhio sarà molto più strong ed intenso e tornerà tutto ciò che è lucido, non paiettato, ma sparkling.

Come si sa qual è la quantità giusta di prodotto da applicare?

Conviene sempre dosare bene il prodotto per renderlo modulabile. Io consiglio di applicare poco prodotto, poi dipende dalle texture. Quelle più facili da sfumare sono quelle satinate, quelle più difficili sono quelle opache, se parliamo di un autotrucco. Le texture opache sono quasi sempre più ricche di pigmenti e dunque vanno dosate con più parsimonia, poi, al limite si aggiunge. Se invece si vuole ottenere uno smokey eyes o un colore deciso pieno sulla palpebra si applicano subito in maniera pesante. Per le altre conviene sempre dosare, poco per volta, finché non si ottiene l’intensità giusta. Se io applico troppo è difficile togliere, se applico poco posso aggiungere.    

Da make-up artist cosa ne pensa del fenomeno sempre più diffuso sui social di foto, video tutorial di make-up artist o presunti tali?

Devo dire che io vado su tutti i social a vedere quello che fanno anche gli altri. Sono stupito di quello che vedo perché comunque ci sono delle cose molto belle, anche degli ottimi consigli. Non mi dispiacciono le persone che, dal nulla, riescono ad inventarsi questo tipo di lavoro. Tutto sommato, basta essere creativi, perché il make-up non è solo studio, ma anche creatività. Alcune cose sono sbagliate, altre giuste, ma tutto sommato non mi dispiace. Secondo me, la cosa che mi distingue è l’esperienza. Nel momento in cui prendiamo una persona che fa un video tutorial e la mettiamo in un’aula a spiegare può essere che vada molto bene, può essere che vada anche molto male. Man mano si fanno esperienze, positive o negative, si impara un mestiere. In questo caso il mestiere che si fa è esclusivamente fotografico o aiutato da un Photoshop all’ennesima potenza. Dal vivo cosa c’è di realmente bello non si sa. Grazie al fenomeno di Internet c’è anche un’evoluzione. Talvolta capita di sentire stupidaggini da persone molto seguite, però penso anche che le pagine molto seguite non lo siano solo per fortuna, c’è anche un lavoro alle spalle. Ci sono molte persone che si impegnano così tanto da meritare quello che hanno.

Ha un sogno nel cassetto?

Sono talmente stressato che truccare una celebrità mi metterebbe ancora più ansia. Non sono mai soddisfatto, avrei potuto fare di più. Non l’ho fatto per pigrizia o comunque perché non ho un’eccessiva autostima e, per fare certe cose, penso che serva. La cosa che mi piace di più è che non mi sono ancora annoiato, mi sto divertendo ancora adesso, e questo è quello che conta. Sogno nel cassetto? Tutti ridono quando lo dico, ma mi piacerebbe vivere in campagna, magari aprire un bed and breakfast attorniato da animali.  

Per non perdersi le nuove tendenze, i nuovi prodotti YSL e avere consigli di stile, vi invitiamo a seguire Valter Gazzano anche sui social: @valter_gazzano

Valentina Seveso