Il temibile Nosferatu: il primo vampiro del cinema

Chi non conosce il vampiro, secondo solo a Dracula, per fama. Nosferatu è il vampiro alfa. Il primo di cui narra la cinematografia. Liberamente ispirato a Dracula di Bram Stoker, è considerato un capolavoro perturbante della storia del cinema. Tanto che nel 1979 Herzog ne farà un ramake.

Un uomo ricco, anziano e malvagio, che ha avuto tutto nella sua vita, perde il senno invaghendosi di una giovane e leggiadra novella sposa di uno scaltro venditore che si presenta alla sua porta. Preso dall’ardore di questa nuova fiamma, decide di sottrarre la ragazza al suo sposo. Per fare questo deve raggiungere l’abitazione dei due e prepararsi dunque ad un viaggio. Durante il viaggio sulla nave vi è lo sterminio dell’intera ciurma da parte del Conte Orlok. Arrivato a destinazione, il protagonista prende alloggio dinanzi la casa dei giovani. Nel frattempo una grave epidemia di peste si diffonde nel paese. La donna, Hellen, comprende benissimo che l’unico modo per sconfiggere Nosferatu, l’epidemia che ha provocato e la maledizione sul suo amato Hutter è di esporlo alla luce. Decide quindi di offrirsi in sacrificio, concedendosi al vampiro che ne succhierà il sangue fino al sorgere del sole. A questo punto vi è una contaminazione, o meglio una doppia contaminazione. Infatti, non solo il destino della ragazza è segnato dall’incontro con l’anima scura dell’uomo, ma anch’egli stesso non potrà rimanere immune alla purezza della fanciulla che lo porta a dimenticare se stesso e la sua incolumità fino alla disfatta.

Si presenta così un uomo arido di spirito, capace solo di bramare ma non di amare realmente, corrotto ed oscuro, miserevole esprime il proprio dramma con la forma del vampiro.

Emblema dell’espressionismo tedesco questa pellicola è riconducibile alle inquietudini che imperversavano nella Germania dopo la sconfitta bellica e della conseguente crisi economica. Il fascino e la carica del film sono dati dalla sapiente mano di Murnau, ed ancor più dal suo occhio. Infatti, lo sguardo attento del regista è rivolto ad un’ambientazione caratteristica e rappresentativa: antichi castelli, carrozze che tagliano la staticità di un paesaggio sinistro percorrendo sentieri desolati, navi fantasma che irrompono nel porto deserto. Con la creazione di forme simboliche l’autore punta ad un’intensificazione dello spessore sociale, ideologico ma anche dei conflitti psicologici che imperversano in un individuo.

Nosferatu assume, quindi, tutte le caratteristiche di un grande film-pilastro della  cinematografia delle origini. Capace di coinvolgere lo spettatore in un gioco di sinistre esistenze, ci fa addentrare nel cuore delle leggende vampiresche che da sempre contraddistinguono l’immaginario horror collettivo.

redazione