Il mondo di Jonas esiste davvero

Il mondo di Jonas descritto dall’americana Lois Lowry all’interno del suo romanzo sembrerebbe non essere semplicemente frutto della fantasia dell’autrice, ma pare esista davvero: è quello in cui stiamo vivendo, è un mondo in cui non c’è più spazio per i sentimenti e le emozioni “primordiali, che restano dentro e lasciano un eco”.

Tra i vari bisogni dell’essere umano, essere amati, ascoltati e capiti occupano necessariamente i primi  posti, tuttavia considerando che ormai la tecnologia regna sovrana, perfino uno stato emotivo può essere manifestato attraverso un’emoticon; si vive infatti in un’era digitale in cui  la semplice felicità legata alla lettura di un libro nuovo e al profumo intenso delle pagine non ancora sfogliate sta diventando un sogno lontano: le librerie piene di pile di volumi ed enciclopedie che si vedevano anche nei film di Harry Potter sono state sostituite da testi virtuali su smartphone e tablet che come calamite trascinano l’essere umano in mondi virtuali nei quali la popolarità di un individuo dipende dal numero di amici che ha sui social networks. L’uomo è ormai diventato schiavo delle sue stesse creazioni che hanno disintegrato i veri valori della vita e perfino io stessa che in questo momento sto scrivendo queste righe semplici e veritiere battendo le dita sui pulsanti di una tastiera, senza un computer non potrei comunicare in maniera così rapida con tutti coloro che stanno leggendo le mie parole; e voi stessi senza lo schermo di un computer o di un cellulare non potreste leggere quanto io scrivo. Tutto ciò che di tecnologico esiste nella società contemporanea sembra necessitarci come l’aria che respiriamo, e così come accade nel romanzo sopracitato, nel quale i personaggi vivono semplicemente per svolgere il lavoro a cui sono stati destinati, conducendo un’esistenza meccanica volta più alla sopravvivenza che alla vita vera, noi tutti ci troviamo in un mondo freddo, digitale in cui perfino i gesti più autentici dell’amore, come un bacio, possono essere sostituiti da semplici app: nei giorni scorsi infatti un gruppo di ricercatori di Londra ha presentato un nuovo dispositivo che permetterebbe alla coppie che vivono amori a distanza di scambiarsi dei baci attraverso un nuovo apparecchio da associare al proprio smartphone.

Dunque come negare il fatto che se da un lato la globalizzazione ha trasformato il mondo in un pianeta digitale, dall’altro  lo sta conducendo verso la sua totale distruzione?

redazione