Il giardino dei veleni di Alnwick

Da sempre siamo abituati a pensare alle piante come rimedio naturale per alcuni disturbi, dalla corteccia del salice usata come antipiretico all’estratto di digitale per trattare lo scompenso cardiaco. Ma il posto dove vi porteremo oggi va controtendenza: come dice il cartello all’ingresso, infatti, “queste piante possono uccidere”. Il giardino dei veleni di Alnwick è però un’attrazione, sia perché il castello cui è annesso è stato il set della scuola di magia di Hogwarts nei primi film di Harry Potter, sia per le sue “mortali” piante.

Creato quasi vent’anni fa da Jane Percy, duchessa di Northumberland, contea nel nord dell’Inghilterra al confine con la Scozia, oltre a roseti e file di ciliegi, riunisce in un unico posto le piante più velenose esistenti al mondo. Visitarlo non è pericoloso: se si seguono regole di buon senso non si rischia nulla, ma soprattutto si impara tantissimo. Molte delle piante velenose sono proprio quelle da cui si ricavano principi con azione farmacologica dato che, come già sosteneva Paracelso, è la dose a fare il veleno.

La pianta velenosa per eccellenza è la cicuta, Conium maculatum, passata alla storia come quella con cui Socrate si diede la morte, tossica per la presenza di varie sostanze alcaloidi che inducono la morte per paralisi respiratoria.

Alcune delle piante presenti sono esotiche, come la Brugmansia arborea, chiamata anche trombone d’angelo, originaria del Sud america ma coltivato anche da noi come pianta ornamentale. Tutta la pianta è velenosa, contiene alcaloidi come atropina e scopolamina, che possono causare stati di delirio e portare anche alla morte. Appartiene alla stessa specie della belladonna e pare che fosse utilizzata anche dalle popolazioni del centro-america come allucinogeno; ed ancora oggi viene usata come droga fai-da-te, con effetti pericolosissimi.

L’oleandro, Nerium oleander, per esempio, che in molte tradizioni è un simbolo legato alla morte possiede alcune parti tossiche: provocano nausea, vomito, alterazioni del ritmo cardiaco. Cinque foglie, ingerite, possono bastare per uccidere. Altri insospettabili sono piante del genere delle ellebori, tra cui Helleborus niger, la cosiddetta rosa di Natale, che cresce nelle zone alpine ma viene anche coltivata in giardino. Il suo estratto, fin dal Medioevo, veniva usato come potente veleno che provoca la morte per arresto cardiaco.

Un’insospettabile che può essere molto tossica è la peonia, utilizzata nell’antichità per provocare l’aborto. Anche il grazioso mughetto è molto velenoso, con azione cardiotossica, come i fiori e le foglie di ortensia (Hydrangea macrophylla), e del narciso, dietro la cui bellezza si nasconde la narcisina e il cui nome contiene la radice “narké”, come la parola “narcotico”. L’Euphorbia pulcherrima, che altro non è che la stella di Natale, contiene un lattice irritante per la pelle e velenoso se ingerito.

L’ingestione di una paio di semi di ricino (Ricinus communis), che contengono ricina, uno dei veleni più potenti e pericolosi tra quelli conosciuti, può bastare per provocare la morte di un bambino. La ricina è contenuta nella cuticola dei semi, resistente agli enzimi digestivi, per cui l’ingestione del seme intero, non schiacciato, solo raramente causa danni gravi.

Insomma, sappiamo dove prenotare il prossimo viaggio!

Claudia Ruiz