I party surreali della famiglia Rothschild

Rothschild sono una famiglia europea di origini tedesche e di religione ebraica.

Cinque linee del ramo austriaco della famiglia sono state elevate alla nobiltà austriaca, avendo ricevuto baronie ereditarie dell’Impero asburgico dall’Imperatore Francesco II nel 1816. Un’altra linea, del ramo inglese della famiglia, fu elevata alla nobiltà britannica su richiesta della regina Vittoria. Nel corso dell’Ottocento, quando era al suo apice, la famiglia si ritiene abbia posseduto di gran lunga il più grande patrimonio privato del mondo.

Attualmente gli affari dei Rothschild sono su scala più ridotta e comprendono una vasta gamma di settori, tra cui gestione dei patrimoni privati, consulenza finanziaria e policoltura, ma rimangono comunque una delle famiglie più influenti al mondo e, sopratutto, da sempre aleggia intorno a loro un’aura di mistero e potere.

Oltre all’ambito economico affaristico, i Rothschild, grazie al loro ingente capitale, hanno sempre vissuto nel lusso più sfrenato, organizzando feste alla “Grande Gatsby” la cui sfarzosità e la cura per i dettagli erano capaci di trasportare in un mondo idilliaco.

A dimostrazione della loro indole alla celebrazione ricordiamo l’anno 1972, quando  Marie-Helene de Rothschild, esponente della celebre famiglia di banchieri, organizzò a Parigi una grande quanto esclusiva festa. Il tema di tale party era assai particolare: era stato infatti richiesto agli invitati di attenersi alle dinamiche del Surrealismo, l’eclettico movimento culturale – e nello specifico artistico – che vide come protagonisti personalità come Salvador Dalì (che addirittura partecipò all’evento), Max Ernst, René Magritte e Jean Mirò.

Il dress-code ovviamente era obbligatorio: “black tie” per i cavalieri e “vestito lungo” per le dame; l’eleganza dunque regnava sovrana. L’elemento di particolarità consisteva nell’indossare sul capo un elemento che ricordasse il Surrealismo, il tema principe della festa per l’appunto.

E così, quella sera, in un clima di festa e ilarità, al posto degli invitati si videro danzare opere d’arte in carne ed ossa: chi aveva dipinto sul volto i colori vibranti di Ernst, chi gli orologi sciolti di Dalì e chi la tipica mela di Magritte.

E voi? Che opera surrealista avreste scelto?

Camilla Antonioni