I falsi miti sulla birra artigianale

Pensi di saperne di birra? Noi no, ma una delle prime cose che abbiamo imparato avvicinandoci al mondo della birra artigianale è che bisogna superare tanti stereotipi e falsi miti.

Abbiamo scoperto, ad esempio, che la birra artigianale non si serve ghiacciata, che la schiuma è importante e che il colore non è collegato al tenore alcolico.

La costante ascesa della produzione artigianale che anche in Sicilia si registra, ha però generato nuove convinzioni per i consumatori che spesso ci sembrano infondate.

“Se è birra artigianale è amara”.

Ci sembra riduttivo affermare che la birra artigianale sia quella amara. Vorrebbe dire ignorare un gran numero di stili e tipologie che si orientano su proprietà organolettiche differenti. Basta allargare i propri assaggi per capire che il discorso è molto più complesso.

“La birra artigianale è buona”.

L’idea che qualcuno sta diffondendo è che i prodotti artigianali siano buoni a prescindere. Invece non tutte le birre artigianali sono paragonabili ad opere d’arte, anzi alcune sono pessime, tanto da far rimpiangere una birra calda nella piena estate catanese. Per fare buona birra, infatti, non basta acquistare un impianto e cominciare a produrre: dietro a una buana birra ci sono storie di passione, studio ed esperienza che meritano di essere raccontate e gratificate. Generalizzando si rischia di mortificare i risultati eccellenti che alcuni riescono ad ottenere.

“La birra artigianale è prodotta in piccole quantità”.

Oggi i maggiori birrifici artigianali d’Italia producono in un anno quanto produce un colosso Industriale in un giorno. Siamo davanti a una distanza impressionante tra industria e artigianale.

Non appena un produttore artigianale allarga la propria produzione, ecco che c’è chi è pronto ad additare quel birrificio come industriale. E questo sebbene i numeri dimostrino che è ancora un migliaio di volte più piccolo (in termini produttivi) di una multinazionale. Avere una produzione molto limitata è un pregio? Non ci sembra un parametro di valutazione, purché si rimanga all’interno di standard qualitativi: non necessariamente un ingrandimento dell’azienda si traduce in una riduzione di qualità. Ecco appunto la qualità. Questo è il discriminante tra un’eccellenza e un prodotto pessimo o normale.

“La birra artigianale deve essere strana e complessa”.

La birra artigianale deva necessariamente essere complessa oppure realizzata con ingredienti o tecniche insolite? Esistono decine di tipologie a smentire questa convinzione.

Con questa espressione, piuttosto, si porta a pensare che la birra artigianale sia adatta solo alle occasioni speciali: la birra artigianale è piuttosto un prodotto di qualità che deve mirare all’eccellenza, anche della normalità.

redazione