Heart of the sea: le origini di Moby Dick

Tratto dall’omonimo romanzo di Nathaniel Philbrick, il nuovo film di Ron Howard porta sullo schermo la vicenda che ispirò Herman Melville nella stesura del suo capolavoro Moby Dick.

Lo scrittore americano viene ritratto nella pellicola come un “cacciatore di storie”, talmente incuriosito dai racconti e dalle leggende che circolavano sul naufragio della baleniera Hessex (fatto realmente accaduto nel 1820), da essere disposto a pagare, pur di ascoltare questa storia direttamente da un sopravissuto.

E’ proprio grazie al racconto di quest’uomo anziano (Brendon Gleeson) e ai suoi ricordi di ragazzo (di quando era mozzo nella nave), che il film prende vita, attraverso rivelazioni sempre più intime e nascoste.

Comincia così la narrazione del viaggio del capitano Pollard e dei suoi uomini, tra cui  spicca l’intrepido primo ufficiale Chase (Chris Hemsworth), vero protagonista del film. Il primo, figlio di armatori, deve la sua nomina di capitano alla sua influente discendenza, ma vanta una totale mancanza di esperienza. Al contrario, il secondo, di umili origini, è un vero e proprio “uomo di mare”, incapace di svolgere un mestiere diverso dal baleniere. Il loro difficile obiettivo è di ottenere duemila barili d’ olio di balena (all’epoca un combustibile prezioso), per ritornare entro l’anno nel porto di Nantucket.

Il contrasto tra i due è inevitabile e ad esso si aggiunge ben presto la scarsità di balene nei mari vicini. Dinnanzi a tale difficoltà la Hessex è costretta a spingersi verso rotte lontane e sconosciute, alla ricerca di nuovi banchi di capodogli. L’ombra di una gigantesca balena bianca aleggia però su quei mari, secondo il racconto di alcuni marinai che a stento sono scampati alla sua minaccia…

Il regista Ron Howard, già autore di pellicole di successo(quali ad esempio “A beautiful mind” e “Cinderella man”) sceglie la via del “racconto sul racconto”,per trattare un retroscena meno conosciuto riguardante la genesi di uno dei più grandi classici della letteratura americana.

E’ così, che, forte di ottimi effetti speciali e di una  regia competente, ricostruisce le atmosfere del viaggio per mare, approfondendo i rapporti all’interno dell’equipaggio, soprattutto in situazioni estreme quali sono quelle vissute dai protagonisti del film.Lo fa con tocco equilibrato, senza esaltare eccessivamente l’aspetto drammatico, nonostante si affrontino temi che oltrepassano il limite di ciò può essere considerato umanamente “accettabile”.

Il ritmo è quello di un “romanzo d’avventura” e il merito del cineasta statunitense è quello di essere riuscito, indirettamente, a ricreare lo spirito di Moby Dick, nonostante la storia raccontata sia per molti aspetti diversa da quella del romanzo.

Spettacolari e avvincenti, le scene sulla caccia alle balene sono girate con un gioco di telecamere elaborato e dinamico ed una computer grafica perfettamente integrata.

Nel vederle sembra di “scorrere” le pagine del libro di Melville e si viene catturati dall’affascinante vita dei balenieri, uomini di ogni genere, spesso reietti  o fuggiaschi, pronti a rischiare la vita pur di “conficcare” i propri arpioni nel corpo dei “giganti” del mare, al fine di dissanguarli ed “esplorarne” le viscere per raccogliere quanto più olio di balena possibile.

Ed è proprio uno di questi giganti, la famigerata Balena bianca, a punire questi uomini per la loro insaziabile ingordigia, che li ha spinti a varcare rotte mai percorse.

Nel film si avverte la mancanza di una figura carismatica come quella del capitano Achab, personaggio cardine nel romanzo. Sebbene il primo ufficiale Chase abbia le sue stesse cicatrici, infatti, non ne condivide affatto la natura ossessiva e diabolica, ma del resto l’obiettivo del regista non è quello di mettere in scena l’opera dello scrittore americano.heart 3

Heart of the Sea ci presenta invece il  “canovaccio”  sul quale Melville ha lavorato grazie al suo talento di scrittore, mescolando elementi reali con elementi di fantasia, per dare vita alla sua opera finale. Questo comporta la resa di un film che non può essere paragonato per complessità e fascino alla storia originale di Moby Dick, ma che, nonostante questo, ha una buona trama, narrata con grande abilità e una convincente costruzione dei personaggi.

Lo spettatore si fa coinvolgere ed è portato a cogliere somiglianze e differenze rispetto al libro, cercando di raffigurarsi quale possa essere stato il processo creativo dell’autore.

Sebbene Achab non sia presente, inoltre, il “lato oscuro” dell’essere umano, che nel romanzo è rappresentato dall’eterna lotta tra il capitano e la balena, è affidato, nel film, alla confessione del  vecchio, superstite del naufragio, il quale rivela le aberranti, ma inevitabili azioni che ha commesso pur di sopravvivere.

Due ultime curiosità, una sul film, l’altra sul regista.

Per realizzare il ruolo dell’ufficiale Chase, l’attore Chris Hemsworth (il Thor degli “Avengers”) è stato costretto ad una radicale perdita di peso.

Il regista Ron Howard è stato anche attore, ottenendo grande successo per il ruolo di  Richie Cunningham nel celebre telefilm Happy Days.

Richy Cunningam (Ron Howard), insieme a Fonzie (Henry Winkler) in Happy Days

Se ti piace guarda anche: 

Moby Dick” (1956) b\n, celebre trasposizione del romanzo di Melville, con Gregory Peck nei panni del capitano Achab.

Master & Commander, Sfida confini del mare” (2003), di Peter Weir , ottimo film del genere avventure per mare, con Russel Crowe protagonista.  

“Capitan Philips” (2013) di Paul Greengrass , moderna storia di pirateria, sorretta dall’attore Tom Hanks.

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Francesco Bellia