Green Economy. Italia ai vertici

Di Fabio Sciuto per Social Up!

L’Italia è sempre più verde. Di rabbia o di invidia? Entrambe viene da pensare. No, non è questo il verde a cui ci riferiamo. Parliamo di Green Economy, l’economia verde. Parliamo di pulizia e di verde come concetto generale, come stile sociale, legato al rispetto dell’ambiente. A indicare l’Italia come stato virtuoso ai vertici tra i ventotto paesi dell’Unione europea, un sorprendente terzo posto, è stata la classifica di Fondazione Impresa, ente legata allo studio di temi quali sviluppo sostenibile, innovazione, energie rinnovabili ed in generale alle piccole e medie imprese. La fondazione è sempre stata dedita allo studio dell’economia verde del territorio italiano, regione per regione. Quest’anno ha voluto raccogliere i dati europei, basati su venti parametri di perfomance.

Gli indicatori sono molteplici e riguardano principalmente: rifiuti, energia, emissioni, organizzazione e prodotti, trasporti, protezione ambientale, edifici e biologico.
I risultati dello studio hanno fornito verdetti inaspettati e vedono Austria, Svezia ed Italia ai primi tre posti del Green Economy Index. L’Italia, pur non tenendo la leadership in nessuno degli indicatori, ha una media piuttosto rilevante che le permette di conquistare il podio: in sedici indicatori su venti figura sempre nella parte alta delle classifiche.
L’Italia spicca per numero di organizzazioni certificate ISO 14001, per efficienza energetica (rapporto tra i consumi energetici e il PIL), per spesa per la protezione ambientale e per la superficie coltivata biologicamente; a quest’ultimo dato sulle emissioni si aggiunge un grado più contenuto di emissioni medie di CO2 relative alle nuove auto immatricolate. Nel campo dei rifiuti l’Italia non sfigura con un decimo posto sia per raccolta differenziata sia per la destinazione a discarica. Anche nella produzione di energia da fonti rinnovabili lo “Stivale” rientra comunque nella top ten europea. I risultati negativi riguardano il grado di urbanizzazione, i trasporti, la quantità di traffico merci su ferrovia e la produzione di rifiuti urbani.

Cosa fanno in più Austria e Svezia è presto detto. L’Austria è il paese più green dell’Unione Europea secondo la classifica stilata da Fondazione Impresa. Risulta al 1° posto in quanto ad energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e per superficie agricola coltivata biologicamente; in altri due indicatori l’Austria va a podio, raccolta differenziata e quota di merci trasportate su ferrovia.
La Svezia può contare su due leadership assolute: peso dell’energia rinnovabile su consumi energetici e per emissioni clima-alteranti. Molto bene per energia elettrica rinnovabile, per superficie coltivata biologicamente, basso livello di urbanizzazione e per merci su ferrovia.
Colpiscono le posizioni delle big europee, Germania, sedicesima, e Francia diciassettesima. Vediamo i perché di questo risultato che lascia perplessi data la nomea di questi due colossi europei.

Le criticità della Germania riguardano: poche organizzazioni certificate ISO 14001, basso livello di spese per la protezione ambientale e loro copertura con tasse ambientali, elevati consumi energetici delle famiglie, le emissioni medie di CO2 per le auto di nuova immatricolazione, l’elevata incidenza di utilizzo dell’auto e la generazione di rifiuti pro-capite. Tra gli aspetti positivi, oltre al primo posto per raccolta differenziata, il terzo posto per esportazioni di prodotti da eco-industrie, il settimo posto per minore frazione di rifiuti destinati a discarica e per merci trasportate su ferrovia.

Per la Francia, le pecche riguardano il basso livello di certificazione ambientale, l’ammontare dei rifiuti generati pro-capite e l’incidenza dell’utilizzo delle auto nel trasporto passeggeri.