Facoltà romena di Enna: il no del Ministero

E’ arrivata finalmente una prima risposta in merito al caso della facoltà romena di Enna. La risposta è ormai definitiva: le ASP (Aziende Sanitarie Provinciali) prevedono lo sfratto dell’Università di Galati dalla Unikore di Enna.

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La vicenda è cominciata prima dei temuti test di medicina. Una facoltà senza prove di ammissione ha fatto gola a molti che aspiravano alle professioni sanitarie. Questa opportunità sarebbe stata un ottimo ripiego al possibile fallimento del test. Fra l’indignazione di alcuni studenti, è stata redatta una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio. “Non trovo giusto – ha spiegato la Dott. Anna Remi – che molte persone fatichino tanto per tornare a casa con un pugno di mosche. Non mi capacito di questa scelta che sembra tutt’altro che un privilegio! Anche io ho avuto difficoltà a passare i test di medicina, ma la perseveranza è una vera maestra…”

La vicenda si evoluta e dopo che il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato gli esisti dei test, è sembrato che anche i ragazzi iscritti alla succursale romena avrebbero dovuto svolgere un test propedeutico al corso di laurea di medicina. Ciononostante, vi sono state ben due diffide da parte del Ministero dell’Istruzione. Ad oggi la situazione sembra cambiata…

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L’ex senatore Vladimiro Crisafulli, amministratore delegato della “Fondazione Proserpina”

 

Viale Trastevere sembra ormai aver deciso in merito alle sorti della facoltà romena di Enna. L’avvocatura del Ministero della Giannini ha provveduto a bloccare i corsi di medicina e chirurgia della succursale di Enna dell’Università rumena “Dunarea de Jos”. La richiesta principale che è stata fatta dal Ministero dell’Istruzione è stata quella di intervenire direttamente sulla Fondazione Proserpina, la patrocinante dello “scambio culturale”. Le fondazioni periferiche dell’Interno dispongono di poteri autonomi in materia decisionale, ma la Proserpina non è iscritta come Fondazione della Prefettura e dunque sono stati coinvolte anche Carabinieri, GdF, investigatori e Polizia. Inoltre, nel corso delle indagini, il procuratore Calogero Ferrotti ha chiesto l’audizione del manager Fidelio dell’ASP, in veste di persona informatta sui fatti, la cui dichiarazione è stata sentita nei giorni scorsi.

Ormai anche l’ASP 4 (l’Azienda sanitaria provinciale di Enna) ha deciso per lo sfratto la facoltà rumena che ha due mesi di tempo, a partire dal 24 ottobre scorso, per abbandonare il polo universitario dell’ospedale Umberto I. La lettera di Giovanna Fidelio, manager della ASP 4, sullo sfratto della facoltà rumena è giunto all’Assessorato per Salute della Regione Siciliana, al Rettore dell’Università di Enna, all’Assessorato regionale per l’Istruzione e anche alla Fondazione Proserpina di Vladimiro Crisafulli, la quale è stata invitata ad accompagnare l’università rumena fuori dall’Unikore…

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Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone si è mostrato soddisfatto di questa decisione: “Abbiamo chiesto l’intervento del prefetto di Enna. La Sicilia non ha bisogno di vie facilitate, ma di medici ben formati. Quei corsi non devono partire: stiamo agendo su corsi universitari illeciti e non stiamo criticando un sistema accademico”. Gli studenti invece sembrano divisi: molti sono contenti dell’operato del MIUR, altri invece ne criticano le scelte, non capendo perché non sia intervenuto nel caso di Roma Tor Vergata che da anni prevede, a costi molto elevati, corsi a numero aperto in Albania. In realtà, molti studenti vogliono “smontare il modello” del numero chiuso e questa pare una delle più ragionevoli soluzioni secondo loro. Ma il MIUR aveva avanzato proposte per il cambio della legislazione in merito ai numeri chiusi…

La storia dell’Unikore di Enna continua…

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