F1: cinque motivi per sperare nella rimonta Ferrari

Il trionfo di Singapore ha ulteriormente rafforzato la posizione della Ferrari alla vigilia del prossimo appuntamento stagionale, previsto questo fine settimana sul leggendario tracciato di Suzuka.

La terza vittoria di Sebastian Vettel con indosso la casacca rossa, conquistata nell’avveniristico scenario di luci e glamour tra le stradine di Marina Bay, ha permesso al tedesco di compiere un balzo in avanti in classifica e di trovarsi a 49 lunghezze dalla vetta, complice il ritiro del leader del campionato Lewis Hamilton.

I tifosi del cavallino possono quindi tornare a sognare un’insperata “remuntada”. Difficile, se si considerano sia il gap da colmare in classifica, sia i tracciati su cui si correrà da qui alla fine del mondiale, ancora favorevoli alle caratteristiche tecniche della vettura tedesca. Tuttavia, il tonfo di Singapore delle frecce d’argento in termini di affidabilità e prestazione rappresenta un campanello d’allarme non indifferente che senza dubbio procurerà qualche grattacapo all’interno del box della casa di Stoccarda. A questo punto, l’idea di mettere i bastoni tra le ruote al team tedesco con una clamorosa rimonta sembra diventare interessante.

Quando mancano ormai 6 Gran Premi al termine (circa un terzo di campionato), cerchiamo di riassumere i fattori che giocano a favore della compagine di Maranello.

#1. La Mercedes ha già speso tutti i gettoni per lo sviluppo della power unit; l’ultimo upgrade è giunto a Monza, in cui sono stati utilizzati 7 tokens sulla vettura di Hamilton, poi assoluto dominatore della gara. Per la Ferrari resta ancora una carta da spendere, costituita dagli aggiornamenti portati dagli ultimi 4 gettoni che contribuiranno non solo a potenziare il quinto motore di quest’anno, ma anche ad avere un riscontro significativo in chiave 2016.

#2. Suzuka è una delle piste preferite da Vettel. E di certo non si può contraddirlo. Per il portacolori della Ferrari, i numeri sul tracciato nipponico sono eloquenti: 4 vittorie e 4 pole position in 6 partecipazioni. Oltre allo scorso anno, l’unica volta in cui il tedesco non è riuscito a trionfare avvenne nel 2011, quando però giunse terzo laurendosi per la seconda volta campione del Mondo.

#3. In casa Mercedes tira un’aria pesante. Le reazioni di Hamilton e Rosberg al termine del GP di Singapore non sono di certo delle migliori ma ciò che suscita maggior riflessione è la perplessità dei due drivers, incapaci darsi una spiegazione sulla scarsa competitività della vettura nel corso del week-end. Faranno bene a schiarirsi le idee per tornare al vertice in questo fine settimana.

#4. La Ferrari e Vettel sono già abituati alle grandi rimonte. Nel 2007, Kimi Raikkonen fu capace di recuperare ben 17 punti nelle ultime due gare ai danni di Hamilton; l’inglese assaporò da vicino il titolo alla sua stagione d’esordio, per poi crollare sotto i colpi della pressione. Qualche anno più tardi, nel 2012, fu invece il pilota tedesco che si rese protagonista, inanellando una serie di 4 successi consecutivi (partendo proprio da Singapore) che gli consentirono di recuperare e superare in classifica iridata la Ferrari di Alonso.

#5. Il pilota sembra in stato di grazia. La carica conferitagli dal popolo rosso in quel di Monza sembra aver dato un’ulteriore iniezione di fiducia al 4 volte campione del Mondo, il quale già da quest’anno ha saputo con grande maestria come ingraziarsi i tifosi del cavallino con le sue prestazioni e specialmente con i suoi team radio. E tanto per citare l’ultimo, ricordando la canzone di Toto Cutugno, subito dopo aver tagliato il traguardo di Singapore, lui stesso dichiarato: “Lasciatemi guidare, perché non sono lento”.

Giuseppe Forte