Exomars, l’esplorazione del pianeta Marte

Il quesito riguardante l’esistenza di una forma di vita oltre quella presente sul nostro pianeta, è uno di quelli che accompagna da decenni gli scienziati. Marte, il pianeta rosso, ha offerto molti indizi negli ultimi anni che lasciano ipotizzare l’esistenza di qualcosa di simile nel passato. Sono presenti, infatti, tracce di ghiaccio nelle regioni polari del pianeta e tracce geologiche su alcune rocce che sembrano indicare il passaggio di acqua su di esse; è possibile che l’atmosfera di Marte in passato sia stata più densa ed abbia permesso la presenza di acqua per brevi periodi e, quindi, l’esistenza di un ambiente ottimale per la crescita di microrganismi, su queste premesse si basa la missione Exomars.

La missione di esplorazione robotica  del pianeta, iniziata nel 2016 e sviluppata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dall’Agenzia Spaziale Russa (FKA), vuole investigare sulle condizioni ambientali di Marte. Il  suo programma è articolato in due parti: la prima (2016) consiste nell’inserire nell’orbita del pianeta una sonda, la Trace Gas Orbiter (TGO), che mesi dopo dovrebbe rilasciare un lander (chiamato Schiaparelli) per il test di atterraggio; la seconda parte (2020) è la più sostanziosa e consiste nel far atterrare un rover che dovrebbe viaggiare sulla superficie in cerca di segni di vita.

Soffermiamoci un po’ sui dettagli della missione e sul modo in cui vuole indagare.

-Il primo elemento a trasmettere informazioni è il Trace Gas Orbiter (TGO), le sue componenti sono finalizzate ad individuare tracce di gas presenti nella sottile atmosfera, anche i meno abbondanti. Particolare attenzione è rivolta all’idrogeno,  le future missioni potrebbero riguardare i siti ricchi di questo elemento, ed al metano. Ad attirare l’attenzione degli scienziati è proprio l’origine di questo, presente in abbondanza nell’atmosfera di Marte, che potrebbe essere legata ad attività biologiche, come accade sul nostro pianeta.

-Il Lander Schiaparelli  è stato concepito per il compito di ottenere informazioni sulla composizione atmosferica, durante la discesa, e su pressione, temperatura, umidità, velocità e direzione del vento del pianeta. Contiene, tra gli altri, strumenti che permetterebbero la sua localizzazione in vista delle future missioni. Tuttavia, questa parte della missione risulta fallita: secondo gli ultimi riscontri, i razzi che dovevano frenare la caduta del lander non hanno funzionato e questo si è schiantato senza poter rallentare la caduta. Al contrario di quanto si pensi, la missione non si fermerà per questo motivo, ma continuerà come da programma.

  • Il rover, il cui atterraggio è previsto per il 2020, dovrebbe permettere per la prima volta un’esplorazione sia dinamica che dettagliata. È dotato di una trivella in grado di raggiungere e prelevare campioni di roccia fino a 2 metri di profondità. A differenza del nostro pianeta, le rocce su Marte non sono state soggette a movimenti tettonici, quello che verrà osservato, quindi, è rimasto immobile dalla formazione del pianeta ed offrirà informazioni su ciò che può essere accaduto miliardi di anni fa. Le analisi sui campioni raccolti riguarderanno la composizione chimica, fisica e mineralogica delle rocce al fine di capire quali reazioni sono avvenute nel corso della storia del pianeta  ed identificare eventuali residui di attività biologica.
  • La piattaforma di origine russa dovrebbe raggiungere Marte insieme al rover ma, a differenza di questo, resterà ferma sul luogo di atterraggio. Il suo compito sarà monitorare l’ambiente dell’area e registrare le variazioni climatiche e atmosferiche che verificano in un dato intervallo di tempo.  Si occuperà, inoltre di misurare l’impatto delle radiazioni, lo scambio di elementi volatili tra la superficie e l’atmosfera e le proprietà geofisiche del terreno.

Abbiamo ormai certezze sul come Marte, un tempo, sia stato di gran lunga più caldo ed abbia potuto ospitare acqua, condizioni che ricordano la fase primordiale del nostro pianeta in cui le prime forme di vita si sono sviluppate. Proprio per questo, rimane ancora un candidato per la ricerca di forme di vita extraterrestri. Non ci resta che aspettare i risultati della missione!

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