Egon Schiele arte e libertà

Egon Schiele, ad ogni arte la sua libertà

Ad ogni tempo la sua arte, ad ogni arte la sua libertà“.

Tra Arte e Libertà si è creato, nel corso dei secoli, un connubio perfetto. Questo matrimonio tra parole e concetti è probabilmente una delle unioni che più hanno generato discussioni e diatribe nei salotti della morale.
Gli artisti hanno da sempre fatto proprio il concetto di libera espressione. L’artista non chiede il permesso su cosa creare, l’artista non ha bisogno dell’approvazione, l’artista vive della propria libera capacità di partorire l’arte.

Eppure la più grande nemica della libertà artistica è stata la morale politicamente corretta, quell’istituzione che si insinua nei salotti per bene e che decreta cosa è giusto e cosa è sbagliato, che sorride al buon costume e censura ciò che sconvolge la sensibilità.
Come può l’ARTE essere tale se non sconvolge la quiete anima dei suoi spettatori?
Possiamo davvero accontentarci di un’arte che rappresenta in maniera banale e nauseante qualcosa che i nostri ereditari canoni estetici reputano aggraziato e bello alla vista?

 

La licenza dell’arte

L’arte è arte, libera di esprimere i passaggi intriganti e contorti della mente umana.
Se siamo d’accordo su questa definizione, dobbiamo necessariamente prendere ad esame ciò che si è verificato nella liberale Londra.
Nella metropolitana più famosa del mondo, i pannelli con i ritratti di Egon Schiele hanno fatto gridare allo scandalo, poiché la rappresentazione di nudi è troppo per l’opinione pubblica.

Il nudo di Egon Schiele è troppo per l’opinione pubblica, eppure la società contemporanea si fonda sulla pubblicità, la quale ha fatto del corpo umano l’emblema più efficiente dei suoi introiti. La stessa opinione pubblica, composta da tutti noi, che alimenta e nutre il fatturato dei siti e delle aziende pornografiche, ma ritiene che Egon Schiele sia un po’ troppo.

Il perbenismo ostentato

Mai mischiare la vita privata, l’intimità della privacy, di quando siamo soli in casa sul nostro divano e uno smartphone in mano, con la vita frenetica e comunitaria, dove la vista di un nudo suscita scalpore e indignazione!

Su Egon Schiele è previsto un film che racconterà la sua vita, il suo genio artistico, la storia di un visionario che però possiamo apprezzare solo tra le quattro mura di un museo o di una galleria d’arte, sotto pagamento di un biglietto e lontani dalla vista di chi può giudicare l’interesse per le sue opere.

Sorvolando sul caso dell’underground londinese, una breve riflessione su Egon Schiele, prima che il suo film esca nelle sale cinematografiche.

L’intensa espressività di Schiele

Egon Schiele è un uomo che per la sua libera e personale espressione dell’arte, ha accettato di subire umiliazione e incomprensione, realizzando l’intrigato mondo della sua sensibilità. Esponente dell’Espressionismo viennese e della secessione artistica viennese, Schiele è diventato noto per l’intensità espressiva e l’introspezione del disagio interiore attraverso i suoi ritratti. Le sue opere mettono a nudo l’inconscio non solo personale, ma di tutti. Sicuramente una critica sociale contro la falsità della società.

L’arte di Egon Schiele rappresenta un conflitto tra l’individualità delle persone e le autorità, che si manifestano nello Stato e nel ben pensare. L’artista e il suo erotismo privo di moralismi ci hanno donato protagonisti senza pudicizia, dominati da una sessualità disinibita, espressa nell’intimità dell’anima, che deve nascondersi dalla società.

Riflettendo sui fatti di Londra, possiamo pensare che la denuncia che Egon Schiele faceva della sua società e del retaggio morale, è ancora valida. Gli anni sono in realtà secondi e un secolo risulta un lasso di tempo troppo breve per liberare l’uomo dai preconcetti. Un campanello d’allarme che può sfociare in tutti gli altri campi che da secoli tentano di liberarsi dalla falsa morale. Vale la pena chiedersi, cos’è che  davvero disturba la tranquillità della nostra esistenza e perché ciò che mette in luce la nostra intimità, va combattuto e represso? Spogliamo la nostra anima e pensiamoci.

Benito Dell'Aquila