Divi internazionali e spot italiani: un rapporto che funziona

Di Sebastiano Mura per Social Up!

Vado a fare due passi in Italia e quasi quasi ci giro uno spot. Sono sempre di più le stelle del cinema e, in qualche caso, della musica internazionale che ritroviamo in una serie sempre più disparata di spot di prodotti per le nostre case. Dagli alimentari alle auto, passando per la cura del corpo e l’abbigliamento. I marchi italiani e non cercano di rispolverare un’immagine forse non più così brillante come un tempo, chiamando in aiuto coloro che di fascino e, all’americana, “sparkling” (scintillio) dovrebbero saperne più di tutti.

Alcuni hanno ormai fatto storia tanto da essere entrati prepotentemente a far parte del nostro bagaglio quotidiano. Che compriamo o no il prodotto che pubblicizzano, i loro spot sono conosciutissimi, chiacchieratissimi; le battute ed i personaggi vengono spesso dislocati e inseriti in contesti diversi, anche questi possono essere fattori di riconoscimento per la buona riuscita di una campagna pubblicitaria. Si prenda il caso di George Clooney e del suo pluriennale rapporto con una famosa marca di caffè: il suo modo di fare, le sue “avventure”, il suo “What else?”, hanno ormai fatto scuola, tanto da aver probabilmente spinto tantissime altre case produttrici ad affidarsi alla figura di un Vip internazionale per provare a rilanciare i propri prodotti. Clooney tra l’altro, che già in passato era stato protagonista di spot per altri prodotti (Linee adsl, Drink alcolici) assolutamente riusciti, ha da poco convinto qualche amico, vedi Matt Damon e Jack Black, a condividere con lui la scena nei suoi spot.

Da qualche anno a questa parte, con un particolare incremento registratosi proprio negli ultimi tempi, i nostri spot televisivi pullulano di star internazionali alle prese con le situazioni, talvolta più assurde. Che nello spot rappresentino loro stessi, inseriti in contesti più ridimensionati rispetto ai loro standard di vita o che cerchino di incarnare l’immagine del brand al quale hanno prestato il volto, fa poca differenza: in ogni caso è la loro persona a dover lasciare il segno.

Assieme a George e alle sue disavventure da caffeina, anche Antonio Banderas è entrato a far parte delle nostra vita di tutti i giorni. I suoi spot sono i più chiacchierati e sbeffeggiati, anche, forse a causa di questo suo rapporto non ben identificato con l’altra star dello spot: la gallina Rosita. Potremmo inserire in questo gruppo anche Owen Wilson che ormai da qualche tempo impersona, qui in Italia, “il Biondo” per eccellenza, in linea con il famoso analcolico che pubblicizza.

Una delle ultime arrivate è Julia Roberts che, grazie ad una serie di spot per una famosa azienda di intimo e costumi, si ritrova a fare, prima la baby sitter e poi la aiuto commessa, con la gente che, pur vedendola passare per strade e negozi, proprio non la riconosce. Una sorta di paradosso pubblicitario. Ci sono poi Scarlett Johansson ed Henry Cavill (il nuovo Superman di Hollywood) che si inseguono e si stuzzicano a suon di fotografie nei nuovi spot di una società di prodotti e sistemi di telecomunicazione.

Da qui in poi la lista si fa lunga e ricca. E se in alcuni casi l’accostamento tra star e prodotto può sembrare completamente sensato (una Jennifer Aniston o una Andie McDowell, entrambe bellissime donne, che pubblicizzano cosmetici o prodotti per la cura della persona, sembrano un ottima scelta), in altri si fatica un pochino a capire il senso dell’accostamento. Lasciando da parte il già citato Banderas, cosa dire degli infiniti problemi di connessione del duro di Hollywood Bruce Willis? O di Kevin Costner, che da qualche tempo ormai va avanti a scatolette di tonno e sguardi imbarazzanti? Per non parlare della cantautrice colombiana Shakira che passa dalle crociere, ai dentifrici, agli yogurt che aiutano la regolarità intestinale, cosa che, visto il “pancino” che si ritrova, certo non pensavamo potesse servirle.

E per restare in tema musicale altre due cantanti si sono da poco prestate a fare da volto (e corpo) immagine di alcune case di intimo e costumi da bagno: l’americana Miley Cyrus e l’inglese Rita Ora. E poi c’è lei Beyoncé che essenzialmente fa pubblicità a se stessa e alla linea di abbigliamento da palestra che ha creato e che in Italia viene distribuita da una importante piattaforma e-commerce di abbigliamento.

Insomma che il Celebrity Endorsement, così si chiama la tecnica per la quale si decide di sfruttare l’immagine e l’appeal di un personaggio noto a fini pubblicitari, funzioni o no, in Italia è ormai diventato una costante abbastanza comune. La lista infatti non è mica finita, abbiamo tanti altri nomi da fare: Andy Garcia (Amaro), Claudia Schiffer (Auto), Stefano Accorsi (Auto), Uma Thurman (Drinks), Penelope Cruz (Drinks e Accessori), Dustin Hoffman (Caffè) e tanti altri che probabilmente staremo dimenticando.

A questo punto non ci resta che chiederci: chi sarà il prossimo?

redazione