Diario di un manicomio: foto di bambini orfani e disabili pre/post-lobotomia

Il Manicomio newyorkese Buckergton è stato certamente uno dei luoghi più sconcertanti e surreali dell’epoca moderna: per svariate decadi il suo personale medico corrotto ha attuato fra i più crudi e agghiaccianti crimini contro l’umanità che la cronaca del passato ricordi. Degno di nota è, soprattutto,  la cosiddetta “terapia rieducazionale forte” promossa e sperimentata nella clinica su bambini, prevalentemente figli di nessuno, provenienti dalla strada.

Giovani di ogni età, alcuni appena neonati altri in età pre-adolescenziale. Molti erano soli, alcuni abbandonati dai cari perchè deformi e considerati attuazione demoniaca, altri figli di prostitute, viandanti e malviventi.

>Vi sono molte controversie riguardo le reali attività della clinica psichiatrica, originariamente nata come centro di cura per malati mentali e casa di riposo geriatrica. Alcune fonti autorevoli, fra cui il NYT, parlano di un patto nascosto fra lo Stato e l’istituto ospedaliero, finanziato e sovvenzionato per la sperimentazione di cure/terapie e farmaci sperimentali su quei fantasmi, quelli bambini di cui il mondo ignorava l’esistenza.

La pratica più usata e brevettata era la lobotomia dei lobi frontali, utilizzata per modificare “l’assetto emotivo” del paziente, da forte/instabile a sottomesso/stazionario.

Di seguito, un’agghiacciante galleria di foto di pazienti sottoposti a tale tortura. Tutti bambini, alcuni dei quali gravemente disabili.

FOTO PAZIENTI ALA ‘D’

redazione