Danza classica: tra immaginario collettivo e reale valore educativo

Quando si parla di danza classica ciò che viene subito in mente nell’immaginario comune, è un mondo fatto di tulle, tutù, soffice raso e scarpette che permettono di fare cose quasi magiche. In realtà c’è dietro molto altro: sacrificio, dedizione costante, impegno assoluto, disciplina, ma anche una buona dose di voglia di credere nei propri sogni. È su questi ultimi due punti che l’articolo si soffermerà principalmente, ma non parlando del mondo della danza che riguarda gli adulti, ma piuttosto quello che riguarda i più piccoli: bimbi e bimbe di età compresa tra i tre e i sei anni che decidono di avvicinarsi a questa disciplina per la prima volta.

Troppo spesso si sottovaluta il valore educativo che la danza classica trasmette ai suoi cultori e come questo possa poi essere traslato anche nella vita di tutti i giorni. Se si rivolge la parola a una bambina di quattro anni e le si chiede quale sia il suo sogno del cassetto, c’è circa l’85% di possibilità che risponda di voler diventare una ballerina. L’appello è questo: genitori, non consideratela una idea sciocca, infantile e transitoria! Le possibilità che ci sono nel mondo dell’arte sono infinite e spesso anche di maggior spessore.

Lungi da voler cadere in cliché già ben troppo noti, è importante dire che anche se la giovane ballerina  non diventerà parte di una compagnia di danza importante, avrà comunque imparato qualcosa. Innanzitutto avrà imparato a cercare di fare le cose nel modo migliore possibile, avrà appreso l’importanza di non sentirsi mai completamente arrivata e tutto questo la spingerà a lavorare e a cercare sempre qualcosa in più, sia in se stessa per quanto riguarda la propria crescita personale, sia nella propria futura professione. Non è da sottovalutare anche l’acquisizione della consapevolezza del sacrificio che viene richiesto per raggiungere certi obiettivi che le farà apprezzare di più anche i meriti e i riconoscimenti raggiunti dalle altre persone che le stanno introno facendo a lei comprenderne meglio il valore.

La cosa più importante? Attraverso il sacrificio e la dedizione imparerà ad autodisciplinarsi così da poter raggiungere ciò che ha sempre sognato nel mondo dell’arte, della scuola, della famiglia o del lavoro, così da sentirsi soddisfatta per questo. Non va dimenticato che il lavoro che impone la danza classica, anche se talvolta può risultare pesante, è anche un lavoro che nobilita coloro che lo praticano: si tratta di una nobiltà che viene acquisita nell’animo dell’artista che, se saprà apprezzarla fino in fondo, diventerà una vera e propria guida per le sue decisioni future.

Per tirare le fila del discorso, si potrebbe dire che si tratta quindi di imparare un vero e proprio metodo di autodisciplina, che, come ultima cosa, ma non per questo meno importante, insegna soprattutto a sognare, e va detto, che in un mondo come questo, ce ne è sempre un po’ bisogno.

Nausicaa Borsetti