Quando credi di aver visto tutto: arriva il One Finger Selfie Challenge!

E’ l’ultima frontiera del Selfie e consiste nel fotografarsi nudi davanti allo specchio coprendo con un solo dito tutte le parti intime. La sfida è riuscire a non far scartare la foto dalla censura dei social network qualora comparissero genitali e capezzoli. La foto è rigorosamente accompagnata dall’hashtag #OneFingerSelfieChallenge.
In soli tre giorni (dal 27 al 30 novembre) 1265 persone hanno condiviso uno scatto quasi proibito sulle piattaforme social generando 1400 relazioni. L’indice di effervescenza relazionale (frizz index) è pari al 10%. Basso, ma è logico per la tipologia di “articolo” trattato. Contano più le view che si riescono a realizzare.
La quasi assenza di relazioni appare chiara anche analizzando il relativo sociografo: pochi i gruppi nei quali esistono relazioni strette che non permettono di allargare gli orizzonti verso gli altri.

Un folto gruppo di utenti non vede le proprie foto condivise, mentre un gruppo appare particolarmente isolato rispetto agli altri che, comunque, disegnano una geografia inter-relazionale abbastanza povera.

Analizzando gli hashtag appare una aspetto singolare: nessuna diversificazione per classificare la propria foto, solo l’hashtag principale declinato nelle sue diverse formulazioni. Un esplicito segnale che il fenomeno resta appunto tale e non, per ora, guidato da ulteriori intenti esibizionistici se non challing nello sfidare la censura delle piattaforme social. Se ci fosse stato uno spirito molto esibizionista l’hashtag principale sarebbe stato accompagnato da altri per specificare meglio il tema.

A livello geografico il 33% dei profili che si presta a questa gara non fornisce informazioni “location based” a conferma che, nonostante tutto, il mantenere un minimo di riservatezza sembra essere un aspetto importante. Al netto di questo aspetto il Messico è il Paese più attivo seguito dalla Turchia e dalla Spagna. Il mantenere anonimizzata la propria location, per certi versi, “autorizza” i profili ad osare di più: generano infatti il 60% delle relazioni del network  e, di queste, il 96% sono Mention. Il restante sono RT.

redazione