Cosa fare e cosa evitare ad uno spogliarello dell’8 marzo

Rieccola, la ricorrenza più contestata di tutto l’anno. L’8 marzo, festa della donna, è una giornata che proprio non riesce a mettere nessuno d’accordo. C’è quella che vuole gli auguri, quella che ti fa il sermone sulla donna da trattare bene anche gli altri 364 giorni dell’anno. Ci sono le amiche che non vogliono sentir parlare di feste, altre che propongono uscite alternative per riflettere sul tema della parità tra i sessi. Poi ci sono loro, le amiche che propongono di assistere al classico spogliarello dell’8 marzo.

Non è più di tendenza, come poteva esserlo alcuni anni fa e per fortuna, aggiungerebbero in molte. Eppure, in alcuni locali, anche quelli che si auto-definiscono “in”, lo spogliarello dell’8 marzo è un immancabile appuntamento. Perciò, se il programma di giovedì sera prevede di andare ad ammirare qualche adone tartaruga-munito, seminudo ed oleato, l’unico consiglio da seguire è: contegno!

Galateo della spettatrice dello spogliarello

No alle urla isteriche: il vostro apprezzamento sarà espresso meglio con una banconota dai € 20 in su. No ad abiti succinti: voi siete le spettatrici, non quelle che si esibiscono. Assolutamente NO, non potete chiedere a fine spettacolo, allo spogliarellista, quali siano i suoi programmi della serata. Lui è un professionista, il suo lavoro è finito nel momento in cui il mini perizoma che indossa è ben nascosto dai vostri soldi. Vi sentireste altrettanto a vostro agio a chiedere un post serata al (vero) poliziotto che vi sta portando in questura per l’accusa di molestie?

Altro punto da tenere ben presente è che non c’è – e non ci deve essere – competizione fra le clienti del locale. Lo spogliarellista non sceglie le donne da coinvolgere nel suo numero per avvenenza o perché le preferisce alle altre. Molto spesso, la scelta è dettata piuttosto da altri particolari, come la mancanza della fede al dito, perché è più improbabile che un marito geloso piombi all’improvviso a rovinare l’atmosfera della serata e la faccia dello spogliarellista. D’altronde lui, con il suo bel faccino, ci lavora.

Tenete presente che a non tutte le donne piace assistere a questo genere di spettacolo. Se fate parte di questa categoria e le vostre amiche, invece, insistono per tentare la serata alternativa, prendete una decisione prima. O rifiutate gentilmente, oppure vi immolate al “sacrificio” e non date troppo a vedere che siete contrariate. Uno spogliarellista, infatti, capisce bene quando le sue performance non sono gradite e molto probabilmente si sentirebbe a disagio tanto quanto voi.

Vivetela con leggerezza!

A maggior ragione, sono vietate le ramanzine sulla perdita del significato importante dell’8 marzo. Punto primo, non è proprio il luogo adatto. Punto secondo, assistere ad uno spogliarello dell’8 marzo non implica automaticamente uno scarso interesse per la tematica della condizione della donna nel mondo. Si può lottare in tanti modi e in tanti altri momenti per la parità dei salari, la fine delle violenze e degli abusi o il riconoscimento dei diritti della donna in tutti i Paesi del mondo. A maggior ragione, una donna che fa tutto questo ha diritto ad una serata in totale leggerezza.

L’importante è che non giriate ubriache per la città cantando a squarciagola “Siamo donne… oltre le gambe c’è di più!!!” Quello è poco elegante per chiunque.

Emilia Granito