#siamofatticosì: come definiresti un tumore?

Purtroppo, molto spesso, notizie come questa rappresentano momenti di grande sconforto, la diagnosi di un tumore è, senza dubbio, una delle peggiori esperienze che una persona possa avere. Sopra questa parola aleggia ormai da tempo un atavico tabù: c’è chi lo chiama “brutto male” o “male incurabile”, fini eufemismi usati per evitare quello che alle orecchie può sembrare quasi fastidioso. C’è chi azzarda a chiamarlo “cancro”, nonostante il coraggio nell’usare il suo nome, il significato è uno soltanto.

Oggi, noi di Social Up!, vorremo spiegarvi in linea genera, con poche e chiare parole, che cosa sia e come nasca un tumore. Ci teniamo a specificare che non siamo oncologi esperti, parleremo, quindi, da pari a pari, cercando di farvi capire in modo semplice ma esauriente che cosa sia questa malattia che nella storia della medicina è stata – ed è ancora -largamente studiata.

Sebbene il termine tecnico che definisce la malattia sia neoplasia, tutti noi la conosciamo come tumore, un termine derivato dal latino che significa “gonfiore“. Il termine cancro è, invece, di derivazione greca, usato dallo stesso Ippocrate per descrivere delle escrescenze a forma di chele di granchio.

Molto spesso se ai più si chiede cosa sia un tumore, la risposta più attesa e più frequente è contenuta in tre semplici parole: “le cellule impazziscono“. Cosa vuole dire per una cellula “impazzire”?

Sebbene siano presenti fattori genetici che possono, o meno, predisporre all’insorgenza di questa malattia, le cause principali della sua insorgenza sono principalmente esterne al nostro organismo. Uno stile di vita troppo sedentario, un’alimentazione scorretta, l’abuso di alcol o fumo oppure fattori estremi come radiazioni o l’esposizione ad agenti chimici o inquinanti possono alterare l’equilibrio del nostro corpo, innescando lo sviluppo del tumore. In questi casi, la cellula viene modificata da questi fattori finendo per acquisire o perdere specifiche caratteristiche. Il cambiamento avviene a livello del DNA, il bagaglio genetico della cellula. Pertanto, riproducendosi, essa trasmette alle cellule figlie le proprie anomalie. A questo cambiamento è da ricondursi il termine “pazzia”, le cellule tumorali crescono “alterate”, “malate”, dimenticano la propria naturale funzione e non incorrono in quel processo naturale  di degenerazione e morte a cui sono soggette le altre cellule, un meccanismo che in condizioni normali garantisce l’eliminazione rapida di qualsiasi cellula mutata.

Detta in altre parole, in un tumore, le cellule dannose, anziché essere eliminate, continuano a svilupparsi come se fossero normali. Lo schema accanto chiarisce la situazione che origina la diffusione del tumore. Nella parte superiore (A) si può notare il normale svolgimento del ciclo riproduttivo delle cellule: la cellula (2), danneggiata, viene degradata dall’organismo in (1). Nella parte inferiore (B), il ciclo viene riprodotto tale e quale come nel caso (A), ma questa volta sono le cellule malate a riprodursi all’impazzata. Il disegno sottostante, invece, mostra il processo attraverso cui un carcinoma, un tumore delle cellule epiteliali, diventa invasivo, ovvero cresce così tanto da  acquisire la capacità di invadere i tessuti circostanti ed entrare nel circolo sanguigno, fino a formare quelle che in gergo sono definite metastasi metastasi.

Una cellula metastatica è in grado di colonizzare altre zone dell’organismo e continuare a riprodursi anche fuori dalla sua sede originaria. Ma come è possibile che le cellule “si muovano”? Le vie preferenziali sono, senza dubbio, i fluidi corporei. Il sangue è uno dei mezzi principali di diffusione, a questo si aggiunge anche la linfa e la prossimità con altri organi infetti. Prendiamo ad esempio il tumore al peritoneo, ovvero la sacca che contiene gli organi dell’apparato digerente, che è spesso originato per continuità dal tumore negli organi vicini.
Tuttavia, rispetto a quanto si crede, dal tumore si può guarire. Se diagnosticato precocemente, può essere debellato anche in poco tempo. Secondo l’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), dopo un quinquennio dalla diagnosi l’87% delle donne guarisce dal tumore al seno e ben il 91% degli uomini da quello alla prostata, i due tumori più diffusi nei i due sessi. Le terapie più comuni per il trattamento di questo tipo di patologia sono la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia, che prevedono una distruzione il più possibile mirata e selettiva dei tessuti cancerosi.

Come contrastare l’insorgenza dei tumori? Nonostante siano stati identificati molteplici fattori in grado di contribuire a l’insorgenza dei tumori, la scienza non è in grado di identificare un fenomeno univoco alla base di ogni caso. Ciascun tumore, allo stato attuale, rappresenta un caso quasi completamente indipendente dagli altri ed è per questo che non è ancora riusciti a trovare una cura universale. Se ancora oggi non conosciamo in modo univoco i fattori dell’origine dei tumori, ancora più difficile è trovare una prevenzione che funzioni al 100%. I più consigliano un tenore di vita migliore, all’insegna della salutare attività fisica e di una dieta equilibrata. Obesità, fumo e alcol, infatti, sono alcuni dei fattori principali che aumentano il rischio di insorgenza di tumori almeno del 30%. A ciò si aggiungono le condizioni ambientali: come abbiamo detto, le cellule cancerogene posso essere originate da metalli pesanti, polveri, radiazioni o altri elementi che possono intaccare la struttura della cellula. E’ quindi importante tener presente questi potenziali variabili per limitare lo sviluppo di tumori.

Allo stato attuale, benché la medicina faccia continui progressi nella terapia del cancro, registrando sempre nuovi successi, l’arma principale è rappresentata dalla prevenzione che si riflette nel sottoporsi a visite periodiche e vivere secondo uno stile di vita sano, premurandosi di proteggersi a dovere anche sul luogo di lavoro.