Corcerto di Carmen Consoli a Priolo: la Cantantessa incanta il pubblico

Di Cantantessa ce n’è una. Un presupposto inconfutabile sebbene, detto da una catanese, potrebbe apparire lievemente di parte. Me lo concederete. Carmen Consoli è una Matrona e, allo stesso tempo, una ragazza del popolo. Una picciottedda etnea dall’acume pungente, dallo sguardo profondo sulle cose e dalla simpatia dissacrante.

“Chi dice che Carmen sia distaccata dal pubblico?! È un’ingiuria!” qualcuno mormora dietro di me. E in effetti sì: avranno confuso un live dei Polaretti con questo incantevole spettacolo fusion a metà tra rock, poesia e sicilitudine. Una chiusura insolita per il tour estivo di Carmen Consoli: a Priolo Gargallo (paesino nel siracusano di circa 12mila anime) per la festa dell’Angelo Custode. Un concerto gratuito in piazza, persino poco pubblicizzato, come se si trattasse dei Cugini di Campagna. E invece, dopo aver portato sul palco dell’anno scorso Max Gazzè, ora è toccato proprio a lei.

Accompagnata da archi e fiati, dal piano e da una pioggia capricciosa, Carmen ha riso con il suo pubblico, lo ha stregato e fatto cantare a squarciagola, per poi ammutolirlo e commuoverlo. Dalle battute in dialetto di sua nonna Carmelina sino al figlio Carlo, dalle prime note strimpellate in giro per la Sicilia ai grandi successi degli ultimi 20 anni. Cantantessa e lo fa attraverso la sua voce unica e la semplicità che la lega alla sua terra: inconfondibili le vocali aperte perché “a noi catanesi piace dare loro molto spazio”.

Una scaletta che gronda emozioni e ripercorre i successi, le ripartenze, le urla di dolore e le denunce morali di un’Italia che sembrava aver visto il buio più pesto nell’era del berlusconismo. Forse. Non è un caso che Carmen Consoli abbia iniziato il concerto con “A’ finestra” nè che cantando del ricordo di “una raggiante Catania”, il pubblico si sia riscaldato (in barba al maltempo e al raffreddore di stagione). Perché Carmen Consoli “fa arrizzari i canni”? Semplice. Perché mette a nudo l’animo umano con un canto, eco di sirena, che parla di riscatto e identità. Sarà per questo che nel quarto trimestre del 2015 batte persino Madonna per numero di ingressi registrati in un concerto in Italia. Allora, un ultimo appello è doveroso: quando andiamo ai concerti, lasciamo i cellulari in tasca. Filmare interamente un live ostruendo la vista e lo spettacolo per chi ci sta vicino non è da fan, ma da alienati. Smettiamola di andare in diretta, viviamo davvero live: cantiamo!