Christiania, l’ultimo baluardo hippy

Negli anni ’70 il movimento giovanile hippy aveva letteralmente invaso il mondo intero. Nato negli Stati Uniti nel decennio precedente, si è ben presto esteso a macchia d’olio anche in Europa. In ferma opposizione al bigottismo e all’imperialismo americano, i giovani figli dei fiori, nominati così per i loro vestiti sgargianti, desideravano allargare i propri sensi attraverso la scoperta di sostanze stupefacenti e un uso libero della sessualità, affermando uno spiccato pacifismo e amore verso ogni forma vivente. 

Dal 1971 in poi, lo spirito che aveva dato vita a questa cultura, sembrava ormai essere giunto al tramonto, tuttavia continuò parzialmente ad aleggiare fino agli anni ’80. Uno degli ultimi interventi degno di nota è la creazione della Città Libera di Christiania. Quartiere parzialmente autogovernato di Copenaghen, si trova nel centrale distretto di Christianshavn, e tutt’oggi è dotato dello status di comunità indipendente.

Fu fondata nel 1971 da parte di un gruppo di hippy che occupò una base navale abbandonata, nella zona Sud orientale della capitale danese. L’obiettivo da parte dei fondatori era quello di creare un paradiso anarchico pacifista, nel quale vivere in nome del rispetto della collettività e del libero arbitrio.

Ancora oggi rappresenta uno degli esperimenti sociali più riusciti, nonchè un’importante attrazione turistica anche per la tolleranza verso l’uso e la circolazione delle droghe leggere, a differenza di quelle pesanti totalmente bandite, come dimostra la centralissima pusher street, dove l’hashish viene venduto in piccoli chioschi.

Ma come appare agli occhi di un visitatore? Ciò che colpisce maggiormente sono i coloratissimi murales che adornano i palazzi, nonchè surreali installazioni esposti nei vari giardini. La circolazione delle auto è vietata, a riprova dello spirito green delle origini.

Le strade pedonali si affacciano sulle varie attività tutte autogestite dai cittadini, dai ristoranti ai famosi negozietti d’artigianato. È forte anche la voglia di esprimere nei modi più disparati le varie forme artistiche e la cultura delle numerose etnie che affollano questa zona franca.

Oltre ai normali servizi pubblici e attività commerciali infatti, Christiania è dotata di numerosi luoghi di spettacolo, teatri organizzati dai cinquanta collettivi presenti, nonchè artisti di strada che si esibiscono in ogni angolo.

Nonostante questo apparente idillio, il futuro del villaggio appare incerto, poiché il governo danese preme da tempo per la sua rimozione. I cittadini però non mollano la difesa del loro baluardo, arrivando anche a rendere il commercio delle droghe meno visibile. Luogo controverso e utopico, continuerà sicuramente ad attirare idealisti e curiosi di ogni dove.

Alice Spoto