Chi sarà il regista di Star Wars VIII?

E’ la domanda che tutti si stanno ponendo dopo il “Risveglio della Forza” e l’ultimo Rogue One. L’uomo del “mistero” è Rian Johnson, che oltre a dirigere l’ottavo episodio, ne sarà anche sceneggiatore , sostituendo  J.J.Abrams (il quale si sta già pentendo di aver rinunciato a questa preziosa opportunità, dopo il clamoroso successo del settimo capitolo). Se il nuovo autore riuscirà nel suo compito, è difficile a dirsi. Non si puo’ che confidare nella “Forza”; ma nella lunga attesa (il film uscirà  nel dicembre del 2017) possiamo farci un’idea del cinema di Johnson, analizzando la sua ultima pellicola.

Si tratta di “Looper”, film del 2014, di genere fantascientifico che vanta nel cast Joseph Gordon-Levitt, Bruce Willis ed Emily Blunt.Nel 2074 un’organizzazione criminale utilizza illegalmente il viaggio nel tempo per uccidere su commissione. L’omicidio avviene teletrasportando la vittima nel passato, dove, legata e incappucciata, viene intercettata e uccisa da alcuni killer chiamati “looper”, tutto ciò al fine di superare gli infallibili sistemi di identificazione presenti nel futuro, che impediscono l’occultamento di qualsiasi reato.

Il protagonista della storia, Joe (Gordon-Levitt) vive nel 2044 ed è uno di questi assassini. Strappato alla strada e reclutato dall’associazione, che gli ha insegnato a maneggiare le armi, come tutti i suoi “colleghi” attende con ansia la fine del suo incarico, che potrà avvenire soltanto quando eliminerà il “se stessodel futuro, mandato indietro nel tempo dall’organizzazione. 

Questa, infatti, la condizione necessaria per chiudere il suo debito nei confronti della mala e spendere i soldi guadagnati per vivere come meglio crede il tempo di vita rimastogli. Proprio nel momento in cui tale circostanza si verifica, accade però un imprevisto. Il suo “doppio” riesce a liberarsi e a scappare. Joe è costretto ad inseguirlo, ma allo stesso tempo viene braccato dai suoi ex “datori di lavoro”, che vogliono sopprimerlo per rimediare al suo errore. A questa complicazione se ne aggiungono altre, perché anche Joe del futuro (Bruce Willis) ha i suoi piani. E’ un assassino letale e senza scrupoli, disposto a tutto pur di salvare se stesso e la sua vita avvenire.

La sua intenzione è quella di rintracciare nel passato lo “Sciamano” (all’epoca ancora un bambino), un uomo misterioso che in poco tempo ha acquisito il controllo della malavita del futuro e ha cominciato ad ordinare l’eliminazione in massa dei looper, per ucciderlo, prima che possa decretare la sua morte (nonché quella di sua moglie). E’ proprio nella ricerca di questo bambino che i due Joe vengono coinvolti, imbattendosi nella madre di quest’ultimo, Sara (Emily Blunt), intenzionata a proteggerlo.

Come si può desumere la trama del film è abbastanza complessa, ma non per questo di difficile comprensione. Nonostante lo “sdoppiamento dei protagonisti” e i numerosi salti temporali, infatti, gli avvenimenti si snodano con chiarezza, grazie ad una sceneggiatura solida, che si avvale di buoni dialoghi, opportuni e non banali e una regia che riesce a districarsi tra passato e futuro, riallacciandoli tra loro con il giusto “continuum”. Ne risulta un film scorrevole, per niente prolisso, ricco di idee originali, nonostante il tema del viaggio nel tempo sia stato trattato molte volte dalla fantascienza. A  tutto ciò si aggiunge un interessante tocco noir” con cui il regista descrive un’umanità arida e decadente, che sembra vivere in un epoca retrograda (le armi che usano sono abbastanza obsolete). L’idea stessa di un protagonista assassino, che, ottenebrato dalle droghe (somministrate come un collirio), sembra farsi guidare da un destino ineluttabile, conferma il disincanto in cui è immersa la narrazione, così come la violenza e l’egoismo di cui i personaggi sono capaci.

Tema centrale del film è senz’altro la ciclicità del tempo (il “loop” appunto),  evidenziato dal rapporto tra il protagonista e il suo doppio. Simili per molti aspetti (il passato che hanno in comune), ma allo stesso tempo profondamente diversi (per il futuro che uno dei due non ha vissuto) sono destinati a scontrarsi e a scegliere se ricostituire il cerchio del tempo, oppure adoperarsi per “infrangerlo”.

Centrale per la scelta del giovane sarà l’incontro con la madre ed il bambino, un nucleo famigliare instabile e sofferente, ma allo stesso tempo ostinato a sopravvivere, reso con grande abilità dal regista. E’ qui che la caratterizzazione psicologica si fa più forte, grazie all’interpretazione di J. Gordon –Levitt (che indossa una protesi sul naso per essere più simile a Bruce Willis), Emily Blunt , che conferma ancora una volta il suo carisma sulla scena in questa versione rude e volitiva, ma non per questo  priva di fascino, e del bambino Pierce Gagnon, scelto davvero bene per il ruolo dello Sciamano (a tratti ha infatti un’espressione adulta che spiazza lo spettatore).

“La nostra vita gira intorno ad un cerchio senza uscita? Oppure possiamo essere noi i fautori del nostro destino? Quali delle nostre scelte possono realmente cambiare il futuro?” Queste le domande su cui il film si interroga.

Probabilmente alcune sue scene d’azione potevano essere tagliate, come la sparatoria finale, un po’ irrealistica e superflua ai fini della narrazione, ma del resto la forza del film non sta in questi elementi (nemmeno negli effetti speciali), quanto piuttosto nel buon intreccio della trama e nell’atmosfera torbida” che il regista è riuscito efficacemente a creare.

In conclusione, dall’analisi di Looper ,si possono desumere alcune caratteristiche dello stile di Johnson:  la validità e l’originalità della sceneggiatura;  la sua bravura nel trasporre sullo schermo una trama complessa, senza sacrificarne il contenuto, la costruzione efficace dei personaggi.

Sono tutte premesse incoraggianti che potrebbero portare una ventata d’ aria fresca nell’universo di Star Wars, colmando gli interrogativi lasciati dal settimo episodio e che, soprattutto, potrebbero fornire l’occasione per un vero rinnovamento della saga. E’ certo che il regista avrà una grande responsabilità sulle spalle, forse anche maggiore del suo predecessore, proprio perché dovrà muoversi in “zone sconosciute”, disancorandosi dal passato.

Purtroppo, in mancanza di “ascendenze jedi”, “poteri paranormali” o “strani congegni” per viaggiare nel tempo, non possiamo sapere se riuscirà nel suo intento. Non resta che affidarci  al futuro, nella speranza che Johnson non esiti a spezzare il “cerchio della tradizione”.

 

Francesco Bellia