La follia omicida del cannibale Issei Sagaw

Quest’uomo è uno degli assassini più brutali che la storia abbia mai conosciuto. Ha commesso un solo omicidio, ma la sua brutalità lo distingue dagli altri killer. La sua follia omicida ha suscitato grande scalpore all’epoca dei fatti. La sua storia fa gelare il sangue.

La storia

Nel 1981 Issei Sagawa, studente giapponese di letteratura inglese all’universita Sorbona di Parigi, invitò una sua collega di studi, Renèe Hartevelt nel suo appartamento, a Rue Erlanger, per ripassare alcune poesie in vista dell’esame di fine d’anno. Sagawa era molto attratto dalla ragazza (anche se l’opinione pubblica rimase sempre dell’avviso che si trattò di una manovra dello stesso assassino, per alleggerire le conseguenze legali del suo folle gesto).

Durante il loro incontro (debitamente registrato su di una cassetta audio, a riprova della premeditazione dell’omicidio) senza alcun motivo, Issei prese una carabina calibro 22 e sparò alla ragazza, colpendola alla nuca.

Dopo averla uccisa consumò un rapporto sessuale col suo cadavere e poi iniziò lo scempio.Con un coltello elettrico le segò le gambe, conservando alcune strisce di carne da consumare successivamente. Dopo aver iniziato a mangiarla ebbe con il cadavere, ormai mutilato, un altro rapporto sessuale. Scattò alcune fotografie della sua vittima e poi passò ad amputarle un seno, per poi passare alle gambe e in seguito alla lingua. I vicini di casa dichiararono in seguito alla polizia, di aver udito distintamente le urla di felicità del cannibale durante lo strazio del cadavere.

Il banchetto di Issei durò fino al giorno dopo, venerdì 13 giugno 1981, quando decise di disfarsi del corpo. Occultati i resti della ragazza in due valigie, si recò nel Bois de Boulogne, vicino al ristorante Chalet des les, dove abbandonò le due valigie, dalle quali cominciava a fuoriuscire il sangue della vittima.

Il processo, l’estradizione e la sua fortuna

Il 30 marzo del 1983 il tribunale di Parigi dispose di non procedere contro colui che era stato soprannominato il mostro di Parigi, dichiarandolo incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio. Pertanto Issei Sagawa venne internato nell’ospedale psichiatrico Henri Collin di Villejuif, dove rimase fino al 22 maggio del 1984.

Il ricco padre, Akira Sagawa, ottenne la sua estradizione in Giappone, dove venne liberato dalla custodia in meno di quindici mesi. Sagawa, nel frattempo, era già diventato una celebrità nella sua patria, in special modo per il suo atteggiamento beffardo nei riguardi dell’intera faccenda, nonostante avesse rivelato all’opinione pubblica il proprio atto cannibalesco con dovizia di particolari. Da allora, ha scritto diversi best-seller (pensate, è anche uno scrittore di successo) ed è apparso in almeno un film, un’opera drammatica intitolata “The Bedroom”. Nel 1983 pubblicò l’esperienza dell’omicidio che lo rese famoso. Al giorno d’oggi, Sagawa, cura anche una colonna per un tabloid nazionale e vive nell’agiatezza.

redazione