I Brigantini e la liscia catanese in musica – Intervista ad Antonio Ferlito

Battute tipicamente catanesi, un sound ben identificabile e performance pieni di comicità teatrale. Sono questi i tre ingredienti di una delle band catanesi più amate, nata sotto le pendici dell’Etna e conosciuta un po’ in tutto il territorio siculo.
I Brigantini da più di dieci anni intrattengono e divertono il pubblico siciliano di ogni età. Per conoscere meglio questa band e la loro realtà, abbiamo intervistato il cantante e membro fondatore, Antonio Ferlito.
I Brigantini vantano una storia musicale decennale. Come siete nati?
I Brigantini, o meglio l’idea di creare una band che suonasse le cover di Brigantony nasce sulla Catania – Palermo durante i numerosi viaggi notturni fatti quando si andava a suonare al Malaluna, storico club Palermitano. L’idea viene ad Antonio Ferlito e Vittorio Costanzo che diventeranno poi Lito e L’avvocato. Nella band originaria ricordiamo poi la presenza anche di Alessandro Spagna (Pandi) e Nuccio Palumbo (Barbaro Jonello), nonché la costola fiatesca dei Pornofiati composta da Cristiano Giardini detto Dumbo e Giuseppe Maxicono Spampinato. Le new entry invece sono Max Busa alla voce e percussioni insieme a Daniele Raciti alla chitarra elettrica. In origine si pensò di fare solo una data, giusto per divertirci, ma poi visto l’incredibile successo che riscosse la prima serata si decise di continuare, prima eseguendo solo ed esclusivamente le cover di Brigantony, dopo, con il primo brano inedito “La palla di pelle di rana” si apri un ciclo.
Avete cominciato come tribute band di Brigantony nome d’arte per Antonio Caponnetto, simbolo musicale del modus vivendi catanese. Cosa apprezzi del suo stile musicale? Quanto i suoi testi hanno influenzato il tuo modo di scrivere? 
Di Brigantony apprezziamo soprattutto la genialità nel rendere dei concetti quasi “visibili” all’interno dei suoi testi. Ti fa vivere le sensazioni in prima persona ed è sempre stato avanti, un precursore vero e proprio, basti pensare che quindici anni fa scrisse un brano denunciando come i venditori cinesi si sarebbero appropriati della fiera di Catania. Sicuramente il suo gergo ha influenzato non poco il nostro modo di scrivere, anche se ultimamente stiamo spaziando un po’ ovunque creando anche dei personaggi veri e propri, protagonisti dei nostri spettacoli. Basta ricordare l’alter ego del Maestro Battiato (Skattiato) e di Mario Biondi (Ubbiondo).
Come ho già preannunciato prima, ad un certo punto avete deciso di mettere un po’ da parte le cover per creare brani tutti vostri, fino all’uscita di un intero cd di inediti, “Allarga lo stretto” del 2008. Da cosa è nata questa esigenza? L’esigenza è nata dal fatto che abbiamo creduto che fosse giunto il momento di cantare ciò che pensavamo, abbiamo ritenuto di aver qualcosa da dire e l’abbiamo fatto, senza presunzione ma con convinzione. Abbiamo trovato durante il nostro cammino persone che ci hanno permesso di fare il cosiddetto “salto di qualità” grazie alle loro competenze; mi riferisco al Maestro Giuseppe Furnari che è il produttore artistico di “Allarga lo stretto” e di parte di “No Brigantini no party”, di Riccardo Samperi, Salvo Cantone e Diego Finocchiaro senza dimenticare la grafica dei nostri lavori curata sempre da Aldo Torrisi.
I vostri testi sono sempre dissacranti e ricchi di battute ironiche che mirano spesso a prendere in giro i comportamenti tipici dei siciliani, e in particolare dei catanesi. Quanto sono importanti per te le origini sicule? E ti capita mai di trovare ispirazione in personaggi o situazioni che popolano la tua quotidianità?
Noi crediamo fermamente che la “liscia catanese” sia imbattibile. Prendiamo spunto da fatti di vita quotidiana, da battute che sentiamo in strada, da comportamenti che per uno svizzero sarebbero impensabili. Le origini sicule sono in tutto ciò fondamentale, in quanto non solo siamo dentro visceralmente a ciò che scriviamo ma ne interpretiamo anche i contenuti nascosti o velati.
Adesso parliamo un po delle esibizioni dal vivo. I vostri concerti sono sempre molto coinvolgenti ed esilaranti, per via anche dei vostri sketch comici e travestimenti. Quanto è importante questo aspetto nelle performance?
L’aspetto scenico è fondamentale in quanto il nostro spettacolo è un mix di musica e cabaret. I personaggi da noi inventati vengono “brigantinizzati” in quanto li adattiamo a quello che è il nostro modo di intendere la musica e lo spettacolo stesso.
Com’è il rapporto con i fan?
Il nostro rapporto con i fans è stupendo. Siamo sempre grati a loro e cerchiamo con tutte le nostre forze di non deluderli mai creando nuove storie, gags e canzoni con il preciso scopo di stupirli in “negativo”.
Parlaci dell’ultimo singolo “Touch my baddy”, tormentone dell’estate 2015. Il video com’è nato e dove è stato girato? La tua parodia di Mario Biondi è esilarante!
Il singolo “Touch my baddy” è nato, cosi come quasi tutte le canzoni, per caso. Ascoltavamo l’ultimo lavoro di Mario Biondi “Love is the temple” ed abbiamo pensato di “colpire” il nostro fraterno amico con una parodia esilarante che raccontasse in quattro minuti la sua vita artistica da prima “This is what you are” ad oggi. Ne è venuta fuori una canzone simpatica, leggera, divertente, e grazie anche al contributo dei due videoclips, si è ridata nuova linfa alla verve Brigantina.
Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono sfondare nel mondo della musica?
Di impegnarsi in ciò in cui credono ma senza aspettarsi nulla, vivere alla giornata senza illudersi più di tanto. La cosa più importante è divertirsi. Se non ti diverti tu sul palco come puoi pensare di far divertire chi viene ad ascoltarti?
Cosa ne pensi poi di YouTube, dei talent show e delle nuove piattaforme digitali utilizzati ormai da molti per emergere? Ritieni che la classica gavetta sia ancora fondamentale?
Sono tutte cose utili che fino a qualche anno fa non esistevano. Devo dire però che nulla potrà mai bypassare anni di gavetta che servono a formare un artista e a strutturarlo in modo serio. Emergere in due giorni equivale quasi sempre a venire dimenticato in mezz’ora, la gavetta è fondamentale.
Dato che spesso sei stato ospite delle trasmissioni dell’emittente siciliana Antenna Sicilia, cosa ne pensi della loro attuale situazione di stallo? Come credi che si evolverà l’informazione siciliana nei prossimi anni?
Non ci esprimiamo, non conosciamo i problemi che hanno coinvolto Antenna Sicilia, siamo però emotivamente e moralmente vicini a chi per anni ha lavorato duramente per l’emittente ed oggi si trova in difficoltà.
Concludendo, quali sono i tuoi progetti personali per il futuro? E con i Brigantini?
I miei progetti futuri personali sono molteplici e variegati, ossia un disco in italiano di musica d’autore e uno di jazz in quartetto con composizioni originali. Mentre con i Brigantini, l’8 Dicembre uscirà il nuovo singolo “L’amore entra in ogni cuore” con annesso videoclip e a Giugno 2016 l’uscita del nuovo cd e di un nuovo video.

In attesa di ascoltare i loro nuovi brani, potete seguire gli aggiornamenti sulla pagina Facebook ufficiale dei Brigantini e quella del cantante Antonio Ferlito.

Alice Spoto