Bastardi maniaci ed altre merde che potresti trovare sui social

Scrivere questo pezzo non sarà di certo facile, non lo sarà perché la realtà che vi stiamo per raccontare è intorno a noi. Potrebbe capitare a chiunque, a qualsiasi ragazzina si trovi davanti ad un computer e che con ingenuità decide di aggiungere le persone che le inviano la richiesta di amicizia su facebook.

Abbiamo violato le regole del famoso social network e ne siamo consapevoli, ma lo abbiamo fatto con un unico fine, quello di fare informazione, creando un profilo falso di una ragazzina minorenne, senza che questa si cimentasse nel disturbare nessuno, nello scrivere messaggi piccanti o nel pubblicare le foto in costume, come potreste trovare su alcuni profili dei vostri contatti.
Non voglio dare un nome a questa ragazza, perché potrebbe essere chiunque, potrebbe essere vostra sorella, vostra cugina o perfino una di voi.

Una volta iscritta X andiamo ad impostare le sue informazioni, inserendo preferenze, gusti musicali e pubblicando video di animali carini che fanno cose stupide; insomma, cose che potreste trovare in un qualsiasi altro profilo!
Abbiamo aggiunto qualche amico, qualche amica, persone che si possono trovare in giro per il web e che come noi non si fanno alcuno scrupolo ad aggiungere degli sconosciuti. Ci scusiamo proprio con questi amici! Quelli che inizialmente ci hanno sostenuto, che ci hanno concesso un numero tale di amici, da permetterci di sembrare così reali, proprio come qualsiasi altro profilo.

Nel giro di due ore le richieste di amicizia non smettono di aumentare, arrivano a circa 900 nell’arco di due giorni. Quindi decidiamo di iniziare ad aggiungere quelli che non hanno foto esplicitamente volgari o che chiaramente mostrano di essere altri profili fake. Aggiungiamo persone comuni, proprio come qualsiasi altro profilo.

Iniziano, così, ad arrivarci dei messaggi in bacheca con il classico “grazie per l’amicizia”; i mittenti sono perlopiù ragazzi che ci chiedendono di scambiare quattro chiacchiere; una normale conversazione tra adolescenti che in breve tempo si trasforma in un’intervista culminante con la frase “6 fida?”.
Ne arrivano centinaia, centinaia di “6 fida?” che noi scansiamo rispondendo sempre “si, sono in una fase complicata”, proprio come farebbe qualsiasi altra ragazza.

Alcune di queste persone sono molto simpatiche, gentili, vogliono scherzare e fare nuove amicizie senza secondi fini, ci raccontano la loro vita, i loro sogni ed i loro desideri e noi ci divertiamo a scherzare e fantasticare con loro, raccontando dei problemi a scuola, insomma le angosce che potrebbe avere una qualsiasi ragazzina di sedici anni!
Ad un tratto tutto cambia, non capiamo come ne perché; iniziano ad aggiungerci sempre più adulti, venti o trenta anni più grandi, che cominciano a corteggiarci, nonostante abbiamo ribadito più volte che siamo minorenni e che difficilmente possiamo avere amici dell’età dei nostri genitori. Alcuni capiscono ed in maniera “sana” decidono di cancellarci, mentre alti sembrano infastidirsi, diventano sempre più insistenti, arrivando a chiederci se “abbiamo paura di conoscere persone più mature”. Cancelliamo o blocchiamo anche quanti ci mandino foto di “peni” (molti a dire la verità).

Fino a quando ci contatta lui…
La conversazione dura veramente poco, forse dieci minuti, forse anche meno. Ci contatta chiedendoci se può farci un sondaggio sul fumo e noi rispondiamo alle sue domande, spiegando poi che non siamo fumatori. Le domande continuano, proponendoci di rispondere ad una parte del test riservata ai non fumatori. Le domande sono insolite, particolarmente strane, fino a quando capiamo che lui è un altro maniaco. Un altro che si diletta a disturbare con domande oscene una ragazzina, forse un po’ ingenua, ma sicuramente troppo piccola per meritarsi un comportamento così spregevole da parte di un adulto.

Sicuramente noi abbiamo violato le norme di facebook, avremo perfino preso in giro delle persone facendogli credere di essere una ragazza che in realtà non è mai esistita, ma siamo sicuri, che come sia capitato a X, questa storia possa capitare a chiunque altro tra voi.

redazione