Gabriele Mazzoccoli ci racconta la Basilicata: terra dimenticata?

Vi siete mai chiesti cosa pensano inglesi, francesi,  tedeschi e, perché no, americani, spagnoli, greci, russi e, chi più ne ha più ne metta, del “Bel Paese”?

La risposta comune è quasi sempre il famosissimo trinomio “pizza, mafia e mandolino”, ma quanto noi italiani conosciamo il nostro paese?

Niente paura, cercheremo di venirvi in soccorso partendo dalle regioni più dimenticate e poco considerate d’Italia.

Avete mai sentito parlare della Basilicata? Ebbene sì dico proprio lei, che ormai da anni si contende il primato, assieme al Molise, dell’ inesistenza.

A tal proposito ho chiesto a Gabriele Mazzoccoli di farci da Cicerone. D’altronde chi meglio di lui,  giovane lucano originario di Genzano di Lucania con la passione per il camminare, potrebbe farlo? Lui che si è reso protagonista di un’avventura che lo ha portato ad attraversare la Basilicata con un mezzo di trasporto un po’ insolito: le proprie gambe.

Gabriele, come nasce questa tua passione?

“Ho sempre vissuto con un piede nello sport, amavo fare lunghe camminate. Questa mia passione nasce anche dall’amore per la fotografia.  Non a caso questa disciplina prende il nome di “PhotoWalking” che allude proprio all’idea di camminare e allo stesso tempo di immergersi negli scenari visitati, immortalandoli attraverso l’obiettivo fotografico.

Come mai hai deciso di intraprendere quest’avventura che ti ha portato a scoprire i luoghi più suggestivi della Basilicata? Lo avevi mai fatto prima? Raccontaci la tua esperienza.

“Tutto è partito dal cammino di Santiago di Compostela. Mi sono ritrovato in un piccolo paesino di nome Hontanas abitato da poco più di 60 persone con un solo bar e che per giunta mi ha ricordato tanto le nostre piccole realtà. Mi sono accorto di quanto la semplice presenza di una strada percorsa da migliaia di pellegrini potesse tenere in vita una piccola comunità, perciò mi sono chiesto :perché non provare ad organizzare un cammino simile nella mia Lucania? Senza contare il fatto che avrebbe aiutato molto a valorizzare il territorio e ad incrementare il turismo. Così nasce “From Maratea to”. Si tratta di un progetto caratterizzato da una serie di percorsi che si snodano per la regione e che hanno in comune lo stesso punto di partenza, ma si differenziano tra loro per l’obiettivo finale. L’unica tappa che accomuna tutti i percorsi è quella che va da Maratea a Lauria, da lì è poi possibile intraprendere un viaggio sempre diverso. Il primo traguardo l’ho voluto fissare proprio nel mio paese d’origine, Genzano di Lucania, anche perché avevo necessità di tornarci quindi ho cercato di unire l’utile al dilettevole. Posso dire che questo percorso ha fatto un po’ da “apripista” al mio secondo tentativo, questa volta però la meta sarebbe stata Matera, la famosissima città dei Sassi”.

Chi o cosa ti ha più colpito in questo percorso?

“La bontà della gente. Può sembrar strano ma ti garantisco che in Basilicata si fa molta più fatica a trovare un albergo a pagamento piuttosto che trovare gente disposta ad ospitarti, ed è proprio quello che ho avuto modo di vedere attraverso questa esperienza. Anche se mi rendo conto che questo non giova molto, proprio  perché si rischia di fare beneficenza con ripercussioni dal punto di vista lavorativo ed economico”.

Qual è stata la bussola che ti ha guidato in questo viaggio?

“Non voglio sembrare ripetitivo ma anche a questa domanda rispondo la gente. Allora ti spiego che quando ho deciso di intraprendere quest’avventura mi sono seduto a tavolino e ho disegnato un percorso su strade provinciali asfaltate, ma ero disposto a seguire volentieri le indicazioni di tutti coloro che avrebbero voluto farmi raggiungere ogni comune attraverso vecchie strade o varianti più naturali. E così è stato. Mi è capitato di registrare le indicazioni di un anziano e mentre percorrevo la strada indicata, mi sono reso conto che la sua voce mi faceva compagnia ed ero felice di questo”.

Se ti chiedessimo di indicare 5 posti imperdibili di questa regione cosa diresti?

“Questa è una domanda un po’ difficile. Innanzitutto ti dico che per me la vera Basilicata è nel cuore, nella parte più intima e interna. Tutti i posti della Basilicata sono belli, se ti dico dei nomi rischio di precluderne degli altri. Ti direi tutti. Posso dirlo? Tutti i suoi 131 comuni. Se te ne elenco 5 vuol dire che ti perderesti gli altri 126. Mi costa davvero fatica ma se proprio devo ti dico subito:

  1. Matera, perché è davvero unica al mondo
  2. Tutta la zona del parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane
  3. Maratea, perla del Tirreno
  4. Guardia Perticara, la città delle case di pietra
  5. Tutta la zona del Pollino

La Basilicata è davvero terra dimenticata? Cosa pensi della celebre citazione di Leonardo Sinisgalli: “Girano tanti lucani per il mondo, ma nessuno li vede, non sono esibizionisti. Il lucano, più di ogni altro popolo, vive bene all’ombra”?

“Allora a malincuore devo rispondere di sì. La Basilicata è dimenticata dagli stessi lucani, a noi piace ricordare solo del posto in cui siamo nati, ma la Basilicata per fortuna non è solo questo. Devo concordare anche con questa citazione. Noi lucani siamo così. Proveniamo da una cultura le cui origini sono prevalentemente contadine, siamo abituati a fare piuttosto che a perderci in chiacchiere. Siamo figli dell’emigrazione e tempo per parlare e discutere non c’è mai stato. La Basilicata per me è come un asino. Ovviamente in senso buono. L’asino è quell’animale che in silenzio fa i lavori più duri, senza lamentarsi e soprattutto si fida di chi gli impone degli ordini. Ti è mai capitato di vedere cosa succede se un asino si rifiuta di obbedire? Colui che gli impone gli ordini non ha scampo, l’asino non gli darà ascolto.

Dove troviamo testimonianza di questa tua esperienza? Hai tenuto un diario di viaggio?

“In realtà questo progetto è ancora in fase embrionale, non ho ancora avuto modo di metterlo su carta. Per il resto ho usato molto il lato social e devo dire che è stato un successo. Ho ricevuto molto sostegno dalla gente, ogni giorno mi chiedevano di postare delle foto di ogni tappa del cammino. Molto della mia esperienza è racchiusa in queste foto. Dopo tutto è la foto che ti chiama non sei tu a decidere di scattare quindi devi stare all’erta”.

Hai mai pensato di poter provare questa esperienza altrove? Dove?

“Ora come ora ti direi Abruzzo. Mi piacciono molto i suoi paesaggi. Poi anche per la gente che ci vive. In ogni caso non la farei mai in posti in cui la gente non ha voglia di parlare, anche perché penso che la comunicazione sia uno strumento irrinunciabile per la conoscenza”.

Qualche suggerimento per i nostri lettori che intendono seguirti in questa avventura?

“In primis, di visitare la nostra regione in tutto e per tutto. Di perdersi in essa, che non è poi così male anche perché qualcuno disposto a ritrovarti e ad aiutarti non manca mai! Vi consiglio di rallentare i ritmi di vita perché il mondo sta andando troppo in fretta. La nostra regione è lenta. A chi vorrà unirsi a me chiedo solo di farlo con lentezza e credetemi non sto scherzando, lo scoprirete quando avrete a che fare con ahimè curve, buche e salite”.

Erminia Lorito