Animali fantastici e quando trovarli: il magico mondo medievale

Il genere del bestiario era molto in voga mille anni fa nelle città d’Europa. Fra i più importanti c’è il Bestiario di Aberdeen, un magnifico esempio miniato conservato all’università di Aberdeen, in Inghilterra. In un’epoca in cui non si conoscevano gli smartphone, i computer e nemmeno l’elettricità, si faceva lavorare la mente. E la si faceva lavorare oltre ogni immaginazione! Infatti queste raccolte erano delle vere e proprie enciclopedie che raccoglievano una rassegna degli animali fantastici medievali. Proprio così: “animali fantastici” come quelli dell’ultimo film di Harry Potter. Per noi è qualcosa che sfiora il fantasy, ma mille anni fa si credeva che fosse tutto vero!

Il bestiario medievale accompagnava ogni animale con una descrizione di tipo moraleggiante: in sostanza ad ogni creatura, reale o fantastica che fosse, era associato un significato particolare. Uno che valga per tutti è ad esempio la fenice che, per gli uomini medievali – di sentita fede cristiana – era simbolo della resurrezione, vista la caratteristica peculiare di questo uccello che rinasce dalle sue ceneri, come i corpi sarebbero risorti dopo il Giudizio Universale.

La storia dei bestiari medievali è lunga e complessa, soprattutto perché interagisce anche con molte altre credenze medievali, come quella del prete Gianni, un personaggio leggendario che avrebbe regnato oltre i confini del mondo, oppure delle tribù dei Gog e Magog, orribili e sanguinari uomini che sarebbero vissuti nelle remote e incognite steppe dell’Asia. Per non parlare poi delle leggende legate al Paradiso Terrestre che si ipotizzava anch’esso esistente in un qualche recondito punto dell’oceano. Insomma: una tradizione complessa e fantastica allo stesso tempo, che ha dell’affascinante e del paradossale (e persino del ridicolo, agli occhi di noi uomini del 2017).

A parte la famosa fenice, resa ormai famosa perché “le sue lacrime hanno poteri curativi” come si dice in Harry Potter e oltre agli altri fantastici animali del mondo potteriano – non ci si può che appellare ancora a questa autorità in campo fantasy -, gli animali fantastici del Medioevo erano veramente tanti. Nel corso del Medioevo la fantasia non mancava di certo. Fino alla scoperta dell’America, gli europei non avevano la benché minima idea di che cosa ci fosse oltre la loro porta di casa! Solo attraverso le scoperte geografiche del 1400, gli europei sono riusciti a sfatare i loro miti sulle mirabolanti creature che abitavano i confini del mondo. Altre volte gli atlanti liquidavano laconicamente con “Hic sunt leones” (letteralmente, “Qui ci sono i leoni”) i confini inesplorati del mondo, abitati da creature mostruose, mitologiche, ai limiti dell’immaginabile. Quali sono dunque questi animali fantastici medievali contenuti nei bestiari? 

Le creature riportate nei bestiari potevano essere fra le più ordinarie, come galline, castori, iene o leoni, oppure totalmente inventate (come i dragoni dai tratti serpentini e i grifoni, animali con il corpo da leone e la testa da aquila, che sono i più conosciuti, rimasti ancora oggi nell’immaginario comune). Altri invece erano animali esistenti tutt’oggi, ma ai quali gli uomini medievali affibbiavano nomi diversi, che ne avrebbero dovuto spiegare la particolare estetica.

Fra questi ultimi il più curioso è certamente il camelopardo, un mezzo cammello e un mezzo giaguaro. Una specie di grosso cammello a macchie, in sostanza. Che cos’è? Per chi non l’avesse capito era la giraffa! In fondo non sarebbe la prima volta che gli antichi attribuivano un nome bizzarro a qualche animale a noi perfettamente conosciuto: indovinate un po’ che cosa i Romani chiamavano “buoi della Lucania”? Ebbene si: gli elefanti! Al tempo della guerra contro Pirro intorno al 270 a.C., in occasione della battaglia fra Taranto e Roma, il generale balcanico condusse il suo esercito in groppa agli elefanti su territorio italiano destando la meraviglia dei Romani, per i quali gli elefanti divennero, per l’appunto, dei grossi bovini.

Ma anche un animale a noi molto noto come il coccodrillo nel Medioevo era tutt’altro che simile ad un rettile! Ecco qui cosa intendevano gli uomini medievali per “coccodrillo”!

Queste sono tre miniature di “coccodrilli” nelle fattezze di pesce a due zampe, di uccello rapace e di quadrupede terrestre (qui divorato da un’idra, un serpente d’acqua, suo mortale nemico, che si fa inghiottire per poi divorarlo dall’interno): qui è rappresentato quello che per i medievali è per noi uno dei più grandi rettili viventi. Inutile dire che la nostra idea di coccodrillo non si avvicina nemmeno minimamente a quella medievale.

I confini del mondo allora conosciuto (soprattutto l’India), erano abitati da esseri mostruosi come gli sciapodi, i ciclopi, i panozi, i cinocefali, i blemmi e astomi. I primi, detti anche monopodi, sono uomini dotati soltanto di un grosso piede che usano come ombrello nelle giornate di sole; i secondi erano già famosi ai tempi di Omero con Polifemo; i terzi sono creature antropomorfe con grandi orecchie da elefante (panotio deriva infatti dal greco e significa “tutto orecchie”). Invece, i cinocefali sono creature con la testa da cane; i blemmi sono privi di testa, ma hanno il volto sul petto e infine gli astomi sono esseri privi di bocca. Oltre ad avere un’anatomia bizzarra, queste creature mitologiche erano temute soprattutto perché, a detta degli uomini del Medioevo, potevano mangiare carne umana: alla fine del mondo, in uno scenario da “Apocalypse now”, avrebbero banchettato con carni umane, a seguito di un’invasione che avrebbe distrutto ogni traccia di civiltà!

Il già citato Prete Gianni avrebbe regnato, secondo le credenze dell’epoca, su un vasto territorio orientale corrispondente all’India, ricchissimo di animali esotici di cui però non possiamo dare una descrizione certa. Una fantomatica “lettera” di questo sovrano cita creature del tutto inventate che non hanno nemmeno una corrispondenza con la tradizione letteraria antica e dei bestiari come i Cameterni e i Metagallinari, oltre a tutta una serie di animali fantastici più noti.

Che dire quindi se non che nel Medioevo la fantasia non mancava? Oggi abbiamo i romanzi fantasy, allora esistevano i bestiari. Dal più mite castoro che si evira per sfuggire ai cacciatori, ai magici animali fantastici, l’immaginario medievale ci ha consegnato la bellezza di queste creature fantastiche!