Tutto può essere arte: Anastassia Elias e i suoi “rouleaux” di carta igienica!

Fin dagli inizi del XX secolo, correnti artistiche come dadaismo o l’irreverente pop art, ci illustrarono come in fondo, tutto, se spinto da una grande creatività e volontà poteva diventare “opera d’arte”. Movimenti assolutamente dissacratori, ironici e contro qualsiasi “convenzione borghese”, innaugurarono un nuovo concetto artistico e produttivo che distruggeva letteralmente ogni legge estetica. Nel 2017 Anastassia Elias continua questa felice e rivoluzionaria evoluzione. Con cosa? Beh con la carta igienica.

Soprattutto attraverso la Pop art, il mondo dell’arte imparò una dura quanto fondamentale lezione: la società dei consumi stava progressivamente conquistando le nostre vite, le stava mutando e plasmando a sua immagine e somiglianza, trasformandoci in esseri quasi inanimanti, spinti quasi esclusivamente dal consumismo di massa. Da qui la rivoluzione, rivolgendo la propria attenzione agli oggetti che facessero parte di tale macro-mondo. Anastassia Elias, pur vivendo in una diversa epoca e con diversi atteggiamenti, vuol comunicare la stessa “morale”: tutto se riutilizzato può diventare arte.

Arte e creatività hanno sempre rappresentato una coppia più che perfetta, capaci di partorire personalità che ne fossero una magica riflessione. Anastassia Elias ne è una di queste, simbolo di come la creatività si possa esprimere in mille maniere; ogni barriera appare distrutta. In questo caso la sconcertante banalità di un tubo di cartone della carta igienica è stato ironicamente distrutto, a favore di divertenti mini sculture i “rouleaux“.

Banalità, consumismo e superficialità sono state totalmente rielaborate sotto una nuova luce e nuova linfa, capaci di raccontare vere e proprie “storie di carta”, dando vita a tanti piccoli personaggi: animali, piante e bambini sono i protagonisti dei suoi mini racconti.

Grande originalità dietro a piccole opere tanto affascinanti, le quali con un po’ di fantasia potrebbero portare la mente d’ognuno di noi all’interno di quei mondi tanto lontani ma tanto ricercati.

Alfonso Lauria