Alla scoperta del materiale più costoso del mondo

Si chiama N@C60 ed è un nuovo materiale high-tech di ultima generazione sviluppato da Designer Carbon Materials, una startup dell’Università di Oxford. Un team di ricercatori britannici e americani ha da poco acquistato una quantità di 200 microgrammi alla cifra record di 30.318 euro, che corrispondono ad un prezzo al grammo di circa 150 milioni e che rendono questo gioiello tecnologico la sostanza più costosa del mondo.

Si tratta di un materiale costituito da fullereni, una forma composta da una sfera cava contenente 60 atomi di carbonio che si legano tra loro per generare pentagoni ed esagoni. Scoperto nel 1985, il fullerene ha le caratteristiche di isolante elettrico ma che può diventare conduttivo o semiconduttivo se opportunamente dopato. La molecola di C60 possiede dunque una struttura altamente simmetrica nella cui cavità verrà inserito un atomo o un cluster. Nello specifico, l’N@C60 assomiglia ad una gabbia sferica fatta di atomi di carbonio con al centro un atomo di azoto.


Ma quali saranno i suoi possibili e principali impieghi?

L’obiettivo degli acquirenti di questa incredibile sostanza è quello di compiere una svolta significativa nella produzione di orologi atomici. In particolare, lo scopo principale riguarda la riduzione delle dimensioni di questi dispositivi per renderli più accessibili. Come dichiarato a The Telegraph da Kyriakos Porfyrakis, fondatore di Designer Carbon Materials che lavora allo sviluppo di N@C60 dal 2001, potrebbe trattarsi di una delle rivoluzioni più importanti che riguarderanno il mercato della telefonia mobile. Sarà come avere un orologio in miniatura da inserire ovunque si voglia all’interno del proprio smartphone; la sfida da qui in avanti sarà anche quella di abbattere i costi così ingenti senza però perdere in qualità. Saranno necessari ancora due o tre anni prima che il progetto raggiunga un avanzamento tale da consentirne l’effettiva riuscita.

A differenza degli orologi classici, quelli atomici posseggono un grado di precisione decisamente maggiore e non accumulano un ritardo di un secondo al giorno. Queste informazioni sono note anche per merito degli studi del fisico statunitense Isidor Isaac Rabi, il quale vinse il Premio Nobel nel 1944 per il suo metodo della risonanza per la registrazione delle proprietà magnetiche dei nuclei atomici. Fino ad ora, il grande limite degli orologi atomici è costituito dalle loro ingombranti dimensioni; un eventuale rimpicciolimento consentirebbe il loro ingresso nel mondo dei gadget o del wearable, segnando di fatto uno sviluppo rivoluzionario.

Gli ambiti in cui questi orologi dovrebbero trovare impiego potranno essere diversi: si passa dalla misurazione delle distanze spaziali alle auto senza pilota. Quest’ultime potranno essere guidate con un grado di precisione che passerebbe dall’ordine dei metri a quello dei millimetri, sfruttando un sistema GPS proprio a base di fullereni.

I ricercatori di Designer Carbon Materials producono fino a mezzo grammo di materiali al giorno ma spesso trattano con sostanze meno costose e quindi meno pure. In queste varianti non tutte le molecole hanno all’interno l’atomo di azoto, ma si tratta di gabbie molecolari parzialmente vuote. L’aspetto fondamentale della ricerca è quello di sviluppare dei meccanismi per rendere il materiale più efficiente ed accessibile dal punto di visto economico.

L’azienda britannica è tutt’ora la prima ed unica ad aver trattato l’N@C60, dunque sarà di cruciale importanza stabilire il giusto compromesso tra domanda e offerta per garantire continue richieste da tutto il mondo.

Giuseppe Forte