Alice nel Paese delle Meraviglie: 7 curiosità che (forse) non sapevate

Il 4 luglio 1862 lo scrittore britannico Lewis Carroll, durante una gita in barca nei pressi di Oxford, in Gran Bretagna, con le tre sorelle Liddell (Lorina, Edith e Alice) ebbe la geniale idea di creare un racconto. Fu proprio l’ultima delle tre bambine a ispirare l’autore. Il libro racconta la storia di una bambina, Alice appunto, che si addormenta e sogna di seguire un coniglio bianco nel Paese delle Meraviglie, un universo fantastico e paradossale, popolato da strani animali antropomorfi.

Nel 1864, a Natale, Carroll regalò alla piccola Alice Liddell il manoscritto “Le avventure di Alice sotto terra” da lui personalmente illustrato. In seguito, il 26 novembre del 1865,  lo scrittore pubblicò finalmente per la prima volta Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, diventato ben presto uno dei libri fantasy più apprezzati da bambini e adulti.

Nel 1871 Carroll scrisse il seguito di Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie intitolato Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”. La storia è ambientata sei mesi dopo la fine del primo libro ed inizia con Alice che incuriosita da uno specchio nel suo salotto scopre di poterci passare attraverso.

Ecco alcune curiosità:

1. Lewis Carroll                                                            

Lewis Carroll è lo pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, matematico, fotografo e scrittore inglese nato nel 1832 e morto nel 1898. Lo pseudonimo è un gioco di parole fra i suoi due nomi di battesimo: Charles è diventato Carroll; Lutwidge è diventato Lewis. Si racconta che Lewis Carroll soffrisse di una rara malattia neurologica che provocava allucinazioni e distorsioni nella forma degli oggetti, facendoli sembrare molto più piccoli o molto più grandi, come accade ad Alice nel libro. La patologia, scoperta dallo psichiatra inglese Todd nel 1955, è stata chiamata Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie o di Todd”.

2. La vera Alice

Nell’intestazione della prima copia del libro regalata alla piccola Alice Liddell, Carroll scrisse: «Come regalo di Natale a una cara bambina in memoria di un giorno d’estate». Le molteplici conversazioni che Lewis aveva con Alice Liddell vengono anche riproposte nella pausa thè con il cappellaio matto. Alcune voci del tempo sostenevano pure che quell’amicizia fosse un po ambigua, al limite della pedofilia, ma sono notizie non confermate. Carroll e Liddell rimasero amici per anni, fino a che lei non partì per viaggiare in Europa: i due, negli anni, smisero poi di frequentarsi. In alcune occasioni successive Carroll disse anche che Alice Liddell fu solamente una fonte di ispirazione per l’Alice protagonista della sua storia. Nel dodicesimo e ultimo capitolo di Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò c’è proprio un riferimento ad Alice Liddell: si tratta di un acrostico, un gioco di parole in cui le prime lettere di ogni riga compongono una parola di senso compiuto, che forma le parole “Alice Liddell”. Un bizzarro particolare: la vera Alice non era bionda come appare nelle illustrazioni e nel famoso film di animazione della Disney, ma aveva i capelli castani.

3. Alice disegnata

Fin dalle sue prime edizioni il libro è stato accompagnato da una serie di illustrazioni molto belle, diventate nel tempo famose e riconoscibili. La primissima versione del libro, che Carroll regalò ad Alice Liddel, fu illustrata dallo stesso Carroll. Per la pubblicazione le illustrazioni invece furono commissionate al vignettista satirico John Tenniel. Da allora le vignette di Tenniel sono state considerate le illustrazioni ufficiali del libro, sebbene circa 1.200 disegnatori hanno illustrato il libro, tra questi il noto pittore Salvador Dalì.

4. Le edizioni del libro

La prima edizione, uscita con una tiratura di 2.000 copie, ha 10 mila parole in più rispetto al manoscritto. Carroll, non contento della qualità di stampa, ne ordinò il ritiro. La seconda edizione è del dicembre 1865. Sono state pubblicate oltre 7.600 edizioni del libro in almeno 174 lingue. La prima traduzione è stata fatta in Germania nel 1869. Il romanzo è al quarto posto della classifica dei libri più tradotti al mondo. Incredibilmente invece il libro è stato censurato in Cina nel 1931, poiché attribuire intelligenza umana agli animali equivaleva a denigrare l’uomo.

5. Alice e il cinema

In questi 150 anni dalla pubblicazione del romanzo, sono state realizzate varie trasposizioni cinematografiche. La prima in assoluto, che durava poco meno di 10 minuti, fu realizzata in Gran Bretagna nel 1903. Pur essendo stato creato quando il cinema era ai suoi inizi, il film presenta l’utilizzo di incredibili effetti speciali. Sicuramente, una delle versioni più famose è il film d’animazione della Disney uscito nel 1951. Una curiosità significativa: il celebre produttore statunitense Walt Disney decise di basare il personaggio di Alice interamente su Kathryn Beaumont, l’attrice che diede voce al personaggio di Alice. Tra le più recenti, poi non possiamo non citare Alice in Wonderland”. Uscito nel 2010, è stato girato da Tim Burton e ha potuto contare su un cast d’eccezione con attori del calibro di Anne Hathaway, Helena Bonham Carter e Johnny Depp nei panni del Cappellaio Matto. Il sequel, intitolato“Alice in Wonderland: Through the Looking Glas”, uscirà il 27 Maggio 2016, e comprenderà lo stesso cast, mentre il regista sarà James Bobin.

6. Le interpretazioni psicologiche e il contesto storico

Tutti i personaggi della favola manifestano elementi di interesse psicopatologico, in stretto contatto con il clima conservatore della Victorian Age. Alice è una bambina confusa e disorientata alla ricerca di un’identità, come si evince dalla sua irrequietezza e volontà di fuga perenne. È come se la sua libertà fosse perennemente ostacolata dal rigore morale e dalle imposizioni esterne. Per questo motivo, tutte le conversazioni che lei intraprenderà, non hanno senso, proprio perché la bambina non riesce ad accettare l’obbedienza e il rispetto delle regole. Il Brucaliffo e lo Stregatto rappresentano le figure genitoriali, infatti tutte le risposte che i due animali danno ad Alice nascono dal desiderio di contraddire la piccola, come rappresentazione del divieto dell’età del proibizionismo. Significativo poi è l’aforisma “Tagliatele la testa“, ripetuto più di una volta dalla terribile Regina di Cuori, citato per esorcizzare la paura che personaggi politici del tempo perdessero il controllo. Negli anni seguenti poi, le interpretazione di questa misteriosa fiaba si sono sprecate: c’è ad esempio chi sostiene che la storia di Alice è un trip mentale, un viaggio nella sperimentazione di tutte le droghe esistenti. Oppure chi trova all’interno della trama, regole logiche,  linguistiche, fisiche e matematicheAddirittura, spesso il sogno, l’elemento grazie al quale Alice compie le sue mille peripezie, viene accostato a ciò che Freud nella sua Interpretazione dei sogni definisce inconscio. Egli lo considera come il luogo della non consapevolezza, in cui vengono “immagazzinati” tutti i desideri irrealizzabili e i traumi che, per non danneggiare la stabilità psicologica dell’individuo, vengono “bloccati” in un substrato della coscienza.

7.  Alice in musica

Dagli anni ’60 in poi, sono state numerose le canzoni che hanno tratto ispirazione dalle avventure di Alice, tra cui la celebre”White Rabbit” dei Jefferson Airplanes, eseguita pure durante il festival di Woodstock nel 1969. Mentre il brano Alice” di Avril Lavigne, è la colonna sonora del film Alice in Wonderland” di Tim Burton. “Alice non lo sa” invece è il secondo album del cantautore italiano Francesco De Gregori, pubblicato nel 1973. “Alice” è la canzone che ha reso popolare De Gregori dove Alice è una ragazza che guarda quello che succede ai vari personaggi del testo, ma non sa realmente come stanno le cose che osserva perché vive dentro un mondo di fantasia proprio come la protagonista della fiaba. Ci sono dei riferimenti ad Alice anche in “Lucy in The sky with Diamond” dei Beatles perché Alice è imprendibile come Lucy. Otre che nei testi delle canzoni, l’atmosfera di Alice e del suo mondo si percepisce anche in alcuni videoclip, come in quello di “What you waiting for?” di Gwen Stefani.  

 

Alice Spoto