Le 12 piste dove vorreste (o forse no) atterrare

Di Giulia Testa per Social Up!

Aviofobia o aereofobia è il nome assegnato alla paura di salire su un aereo e volare, recentemente stimata colpire quasi metà della popolazione che ha accesso al servizio aereo.

Fortunatamente per loro, però, quasi tutte queste persone non hanno mai volato in uno dei dodici “aeroporti più pazzi al mondo”. La lista, stilata inizialmente da History Channel, sta facendo il giro del mondo tra gli appassionati di viaggio, i wanderluster, e i feticisti di ingegneria. Anche i viaggiatori più incalliti e coraggiosi, totalmente indifferenti a turbolenze e virate mozzafiato, potranno avere le loro riserve a decollare o atterrare da certa piste. Così come è una bella sfida per i piloti stessi.

Per la serie incroci curiosi, iniziamo con una pista famosa di cui noi di Social Up ci siamo già occupati.

Ricordate l’aeroporto di Gisborne (GIS) in Nuova Zelanda? Ogni tanto un treno attraversa il tracciato degli aerei, che devono pazientemente aspettare al passaggio a livello!

Nel caso dell’aeroporto internazionale di Gibilterra (GIB), invece, l’incrocio è con una superstrada a quattro corsie. La dipendenza inglese occupa una superficie di poco più di 6 km quadrati e l’aeroporto ne usa una buona parte. È chiaro che dovessero trovare un modo per risparmiare sugli spazi: così, prendendo la strada in direzione Spagna, può capitare di trovarsi al semaforo e vedersi un 747 passare davanti.

Al DKM (Don Muaeng) Airport, il secondo scalo della città di Bangkok, può capitare che attraversino la pista delle palline da golf! Un campo da golf con tanto di tornei e golf club, infatti, prende luogo tra le due piste principali. Potete esaminare tutte le diciotto buche che si trovano tra gli spazi aerei sul sito web ufficiale del RTAF Golf Course. Di certo nei tempi morti si ha qualcosa da vedere.

Passiamo ora ad altre pazzie aeroportuale: i percorsi ad ostacoli, dove i piloti devono aver man ferma sulla barra di comando ed evitare di colpire persone e\o oggetti che si trovano incredibilmente vicino al suo velivolo.

Famosissimo per i suoi video virali sul web è l’aeroporto caraibico di Princess Juliana (SMX). Enormi Boeing sorvolano il mare, poi la riva, poi la spiaggia e immediatamente dopo toccano terra. La pista in questione, la 10,  è l’unica abbastanza lunga da consentire l’atterraggio a questi grandi aerei. L’unica pecca è che sono costretti a passare a bassissima quota sulla Maho Beach, affascinando (e assordando) i bagnanti che a intervalli regolari interrompono quello che stanno facendo per alzare lo sguardo. Su quella spiaggia far volare aquiloni non è esattamente un’attività consigliata e, a giudicare dalle foto, forse neanche beach volley.

Nel bel mezzo del centro abitato di San Paolo e dei suoi undici milioni di abitanti, sorge l’aeroporto di Congonhas (CGH), come una macchina verde e grigia tra i grattacieli. È stato scenario del più grave incidente aereo sul territorio brasiliano, dove 199 persone sono morte nello schianto di un A320 contro una pompa di benzina. Proprio in questo consiste la pericolosità dell’aeroporto e la difficoltà per chi lo guida: la vicinanza con gli edifici, dove non sono ammessi errori.

Lo stesso discorso vale per l’aeroporto di Hong Kong Kai Tai, che nel 1998 è stato chiuso a causa della sua pessima posizione. “Era molto – si legge online – famoso fra gli appassionati di aviazione a causa del difficile metodo di approccio alla pista 13/31, richiedendo una manovra molto complessa a causa dei grattacieli e delle montagne confinanti, che rendevano impossibile un avvicinamento diretto”.

Dopo questa rassegna, è il momento dei “good shots“! Cosa si intende? Quelle piste isolate, corte, costruite in mezzo al nulla dove l’unica difficoltà presentata è… Avere una buona mira!

Ci sono parti del mondo difficilmente raggiungibili e allo stesso tempo poco attraenti per turisti ed è esattamente in questi posti che sorgono mini aeroporti che vengono usati occasionalmente o per emergenze e beh, un po’ campati fuori dal nulla (avete presente l’albatross in Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri? Ecco, una cosa del genere).

Al primo posto delle aviosuperfici più estreme c’è l’Aeroporto sull’isola di Madeira in Portogallo, intitolato a Cristiano Ronaldo dopo l’entusiasmo generale degli esiti degli europei di quest’anno. La pista d’atterraggio non è altro che uno stretto viadotto sopra le scogliere.

La pista dell’ aeroporto Juancho E. Yrausquin, che serve l’isola caraibica di Saba, è la più corta al mondo con i suoi 400 metri e, a ridosso dell’oceano, anche una delle più suggestive. Necessita di una buona mira in caso di vento.

Tra le Antille, con caratteristiche simili, va ricordato anche il Gustaf III a Saint Barthélemy.

Quello sull’isola Agatti (India) è letteralmente solo una lingua di terra coperta di cemento appoggiata sull’azzurro cristallino dell’oceano indiano. Nient’altro.

Anche l’aeroporto trafficatissimo di Wellington (Nuova Zelanda) ha le sue caratteristiche speciali: un gollum enorme (esatto: proprio una rappresentazione di Gollum de “Il Signore degli Anelli”) che abbraccia dall’alto la sala d’attesa e una pista molto corta chiusa tra due lembi di mare, uno prima dell’inizio e uno dopo la fine.

Questa rassegna di tracciati aerei mozzafiato possono aver sortito due effetti. Terrore o eccitazione e sicuramente anche un po’ di curiosità. Esiste però un aeroporto dove sarebbe quasi “divertente” volare o pilotare. Si tratta di quello su Barra, un’isola scozzese, dove ogni foto scattata sembra presa da un videogioco. Fondato nel 1936, è unico al mondo, in quanto utilizza una spiaggia come pista di atterraggio o di decollo. Ovviamente vi sono limitazioni, come il divieto di volare di notte e con l’alta marea (o così dovrebbe essere), ma tutto il resto non è uno scherzo: il carrello del velivolo corre sulla sabbia, sul bagnasciuga. Che dire? Buon viaggio!